Jonathan attacca: “Sconvolto dall’incapacità dei medici dell’Inter”

Il difensore brasiliano Jonathan arrivò all’Inter con l’etichetta del nuovo Maicon, ma la sua esperienza in nerazzurro è stata poco fortunata. Jonathan in quattro anni ha disputato, coppe comprese, sessantasei partite, cioè praticamente circa quindici a stagione. L’ultima annata, quella 2014-2015, ha rappresentato per il brasiliano un autentico calvario che Jonathan ha raccontato per filo e per segno in un’intervista a GloboEsporte.com:
La stagione scorsa è stata la più difficile della mia carriera, sono rimasto fuori quasi otto mesi. Ma mi sono rinforzato come giocatore e come uomo. Adesso voglio trasmettere tutto questo ai più giovani. Non mi ritengo l’unico depositario della verità, non so tutto, ma di sicuro so più dei più giovani.
Adesso Jonathan gioca nel Fluminense e sembra vivere una seconda giovinezza. Ma Jonathan non dimentica affatto l’ultima annata vissuta tra Milano e Belgrado, dove l’Inter decise di fargli effettuare la riabilitazione post-operatoria. Jonathan senza mezzi termini inoltre ha criticato lo staff medico del club nerazzurro, che non lo ha curato a dovere e ha temporeggiato troppo:
Presi un colpo durante la preparazione estiva, i dolori sono iniziati da lì. Su quei dolori ho giocato per tre mesi, perché i medici mi dicevano che non avevo nulla e che potevo scendere in campo: non avendo studiato medicina ho dovuto credere a loro. Ma ho finito per vedere peggiorare la situazione al punto da non potermi più allenare, sentivo male anche a salire le scale. L’infortunio arrivò a luglio 2014 e mi operai a febbraio 2015. Se mi fossi operato prima, avrei recuperato più in fretta. Per dare credito ai medici, ho ritardato di molto l’intervento.
E’ stato un momento molto difficile per me, molta gente dubitava perché credendo ai medici era convinta che non avessi nulla. Ero anche in scadenza con l’Inter e sapevo che un’operazione avrebbe ridotto le mie possibilità di rinnovo. Venivo da un momento molto positivo, giocavo spesso e nel club c’era un morale alto. Ma la lesione ha fatto sì che queste cose venissero dimenticate. Il calcio è questo, non posso lamentarmi. Evidentemente Dio aveva ancora qualcosa di meglio per me. Ma sono sconvolto dal modo in cui fui trattato: la riabilitazione la feci completamente in Serbia, da solo, lontano dalla famiglia con mia moglie in dolce attesa, perché avevo perso completamente fiducia nei medici dell’Inter.
La loro fu una negligenza molto grave, anche se non mi piace giudicare le persone. Non ci si può operare dopo sei-sette mesi da un infortunio. Non ho nessun problema con il club, solo con lo staff medico. A causa di questo è sfumata la mia intenzione di restare all’Inter, che mi voleva tenere. Si parlava del mio rinnovo, sono anche andati dal mio agente, ma hanno deciso di aspettare il mio rientro in campo, cosa che non avvenne. Alla fine il mio ex procuratore è riuscito ad ottenere per me il via libera ad allenarmi nelle strutture del Partizan Belgrado. L’Inter pagò l’operazione, io mi pagai la riabilitazione.