Italia ko con il Portogallo. Ora per i sorteggi di Russia 2018 sarà dura
Quella contro il Portogallo non stata una vera e propria amichevole per i nostri colori. Lo stadio di Ginevra, impianto nel quale gli Azzurri non avevano mai perso fino ad ora, avrebbe dovuto essere ancora una volta terreno di conquista. Era troppo importante vincere contro i lusitani. Per il ranking, per rimanere tra le teste di serie del prossimo sorteggio di Euro 2016 e per evitare spiacevoli incontri il prossimo 25 luglio: giorno in cui, a San Pietroburgo, verranno decisi i gironi mondiali. L'obiettivo italiano era quello di vincere e conquistare punti importanti per non uscire dal ranking Fifa delle nove teste di serie per i prossimi Mondiali (Germania, Belgio, Olanda, Portogallo, Francia, Spagna, Svizzera, Romania e, appunto, Italia) in modo tale da avere un girone abbordabile nella strada verso Russia 2018. Sarebbe stato fondamentale vincere anche in vista di Euro 2016 dato che anche il ranking Uefa, in vista del sorteggio, non è così sicuro. Con la sconfitta, purtroppo, la nostra nazionale "scala" in seconda fascia e correrà il rischio di venir abbinata a squadre come la Germania o la Spagna.
Senza Cristiano Ronaldo e Buffon, ma anche senza diversi protagonisti come Danny, William Carvalho, Verratti e De Rossi, Italia e Portogallo hanno dato vita ad un match vero, terminato con il successo di misura dell'undici allenato da Fernando Santos. Antonio Conte, alla sua prima sconfitta ufficiale da quando ha accettato l'incarico azzurro, avrà di che discutere con i suoi ragazzi. Rispetto ai novanta minuti contro la Croazia, c'è stato un evidente passo indietro sia nel gioco che nella condizione fisica. Pur senza il suo giocatore più importante e senza strafare, il Portogallo è riuscito ad imporre una maggior qualità ed un gioco più collaudato. Non può dire altrettanto il nostro commissario tecnico che, sulla strada per Francia 2016, avrà ancora da lavorare molto.
L'inizio del match, contro la formazione lusitana, è stato positivo. I ragazzi di Antonio Conte hanno messo in campo grinta e determinazione sin dai primi minuti di gioco. Schierata con il classico 4-3-3, la nostra nazionale ha saputo pungere la retroguardia portoghese con gli inserimenti sulle fasce di Candreva ed El Shaarawy e le incursioni centrali di Immobile: schierato dall'inizio, al posto di Pellè. La prima occasione azzurra è arrivata al 18esimo, con una conclusione di Bertolacci terminata sul fondo non di molto. Nove minuti dopo, è stato El Shaarawy a mettersi in mostra. Scattato sull'out di sinistra, il milanista si è accentrato e ha cercato l'angolo lontano della porta di Beto: pallone fuori di poco.
Dopo una mezz'ora convincente, l'Italia ha rischiato su un pasticcio di Sirigu. Il portiere del Psg, dopo aver perso il pallone in area, ha dato la possibilità della botta a colpo sicuro a Varela: decisivo Ranocchia che, sulla linea, ha evitato il vantaggio rossoverde. Portogallo più vivo nell'ultima parte di primo tempo, grazie al calo italiano. Un altro errore difensivo, questa volta di Ranocchia, ha regalato al 35esimo la chance a Joao Moutinho: destro debole e ben parato da Sirigu. Occasione che ha fatto venire i brividi ai pochi tifosi italiani sugli spalti e che ha di fatto chiuso la prima parte di gara sul risultato di 0-0.
Ad inizio ripresa la nostra nazionale è andata subito vicino al gol. Al quarto minuto di gioco, dopo una punizione battuta con il contagiri da Pirlo, Bonucci ha colpito il palo con una deviazione "sporca". Un urlo strozzato in gola, che è diventato un grido di dolore pochi secondi dopo al gol avversario di Eder, nato da una splendida incursione dell'ex Lazio Eliseu e conclusa dall'attaccante, dopo un colpo con la "trivela" di Quaresma. Italia sfortunata, colpita ma determinata a ritornare in partita. Con Vazquez al posto di Soriano e Gabbiadini per Candreva, Antonio Conte ha tentato di aprire la scatola portoghese: ermeticamente chiusa davanti al portiere Beto. Con la nostra difesa ancora una volta disattenta, i lusitani sono andati vicini al 2-0, al 20esimo, quando Joao Moutinho ha sprecato tutto davanti a Sirigu. Il tutto prima di una grande occasione per Damian, che non è riuscito a trovare il gol per questione di centimetri.
L'ultimo quarto di partita, con i nostri schierati con il 4-2-4 (sinonimo di disperazione e di gara da recuperare a tutti i costi) e anche con l'esordiente Sansone in campo, ha visto il Portogallo chiudere ogni velleità azzurra e pungere, di tanto in tanto, l'imbambolata retroguardia italiana. Poche le emozioni nel secondo tempo. Forse stanchi dalla recente trasferta di Spalato, dove è arrivato un punto sofferto e prezioso, i ragazzi di Conte non sono riusciti a rendersi pericolosi perdendo spesso le geometrie del gioco. Il risveglio italiano è arrivato soltanto nei minuti finali. Prima con Gabbiadini, bravo a girarsi e concludere a rete, trovando la risposta pronta del portiere avversario, poi con Matri, Vazquez e Ranocchia nel disperato assalto finale, prima del triplice fischio del direttore di gara.