Italia, il sondaggio ti condanna: il 70% dei nostri lettori non crede nell’impresa

La fiducia che c'era alla vigilia, tanto decantata da commissario tecnico e giocatori azzurri, ha lasciato il posto allo sgomento per la partita giocata e alla paura di non qualificarsi per il Mondiale in Russia. L'Apocalisse citata dal presidente federale Carlo Tavecchio, secondo molti tifosi italiani, sarebbe dunque dietro l'angolo dopo la sconfitta in Svezia.
I lettori votano la sfiducia
Per la nostra nazionale sarebbe una tragedia calcistica che avrebbe inoltre ripercussioni non soltanto sul commissario tecnico (già sfiduciato da tutti, nonostante il rinnovo appena firmato), ma anche sullo stesso numero uno della Figc. I primi "exit poll" parlano chiaro. Secondo il nostro sondaggio, il 70% dei nostri lettori è infatti convinto che Buffon e compagni non riusciranno nell'impresa di ribaltare il risultato e qualificarsi per la prossima Coppa del Mondo.
Il peso psicologico
Al di là di una piccola minoranza ancora basita dai novanta minuti di Solna e che al momento non sa cosa rispondere, soltanto il 25% ritiene che ci siano i presupposti per vincere con due gol di scarto nel match di San Siro: stadio che, tra l'altro, ha sempre portato bene alla nostra nazionale. Il pessimismo generale, comprensibile e condivisibile, è figlio dell'atteggiamento con cui la squadra ha approcciato al match della "Friends Arena". Molli e per nulla pericolosi, gli Azzurri hanno dimostrato di avere ancora grossi problemi tattici (la scelta di modulo e interpreti ancora non convince) e soprattutto psicologici.

Un danno economico
Dopo aver perso la faccia ed essere tornati a casa con nasi e ossa rotte, l'Italia è chiamata ad un riscatto e ad una prova di orgoglio. Staccare il biglietto per la Russia e giocare i Mondiali, cosa che alla nostra federazione è capitata soltanto nel 1930 e nel 1958, è fondamentale anche dal punto di vista economico. "Non partecipare al Mondiale avrebbe delle pesanti ricadute in termini di immagine che potrebbero andare a pesare sulle nostre imprese e sull'export, impattando così sul clima di fiducia", ha infatti spiegato il direttore Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, in un'intervista al "Giornale".