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Italia, Conte: “Mai pensato di lasciare la panchina della Nazionale”

Il ct ribadisce un concetto già espresso in precedenza e rincara la dose verso chi lo vorrebbe presto dimissionario dalla panchina azzurra: “Ho preso un impegno con gli italiani, sono concentrato sul lavoro e non ho mai pensato di mollare. Ci manca qualità ma questa squadra ha un’anima”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il primo pensiero va alla prossima partita che dopo il pareggio con la Croazia dovrà dare altre indicazioni positive al Ct. E Conte nella conferenza stampa davanti ai giornalisti annuncia l’undici che scenderà  in campo, confermando il modulo adottato a Spalato, un 4-3-3 con ben 6 novità rispetto alla squadra che ha affrontato la Croazia. Iniziando dal portiere: tra i pali Sirigu prenderà il posto di Buffon, in difesa giocheranno De Sciglio, Ranocchia, Bonucci e Darmian, mentre a centrocampo Pirlo sarà confermato in cabina di regia affiancato da Soriano e Bertolacci. In avanti spazio dal primo minuto a Immobile, con la conferma di Candreva ed El Shaarawy sulle fasce.

Squadra con un'anima – "Sono sorpreso della mia metamorfosi da allenatore a commissario tecnico, ha cambiato del tutto i miei ritmi. Ora, però sono più sereno e ho imparato a metabolizzare e posso dire che questa squadra ha un'anima, manca un po' di qualità".

Avanti malgrado tutto – Ma non c'è solo il calcio giocato per il Ct azzurro tornato nei giorni scorsi, suo malgrado, al centro delle questioni collegate al Calcioscommesse e alla possibilità di essere riascoltato dagli inquirenti e correre il rischio del rinvio a giudizio che potrebbe metterlo in difficoltà in vista della preparazione al prossimo Europeo. Voci che Conte smentisce in modo categorico: "Non mi è mai balenata l'idea di lasciare. Io pretendo sempre molta chiarezza e qualcuno può azzardare di prevedere le mie azioni. Nonostante ci siano stati momenti difficili non ho mai pensato di lasciare. Ho preso un impegno verso l'Italia e gli italiani. Mi sento solo? Non è importante come io mi senta, quello che importa è che abbia metabolizzato ciò che mi si chiede: sono concentrato sul lavoro senza guardarmi intorno. Darmi un voto? Non sono abituato, sarei di parte, ma so bene che ho lavorato tanto come sempre, forse ho anche ecceduto".

Il mestiere più difficile del mondo – "Fare il Ct significa vedere la squadra in maniera saltuaria e basti pensare che questa e’ solo la 10/a partita della stagione. Essere ct mi riempie di orgoglio e responsabilita’, ho preso un impegno con il presidente Tavecchio e con gli italiani e, nonostante ci siano stati momenti difficili, non ho mai pensato di lasciare”

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