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Investimenti, Marotta, rinforzi: l’Inter vuole scalzare la Juventus (e perché può farlo)

Con l’arrivo di Giuseppe Marotta il segnale lanciato dal presidente Zhang è chiaro: a medio termine, l’unica squadra che può avvicinarsi alla Juve in fuga è proprio l’Inter. Il Milan è ancora in piena ridefinizione, il Napoli e la Roma hanno idee imprenditoriali molto simili: ovvero essere eccezionali vivai di futuri grandi campioni, su cui guadagnare, crescere un passo alla volta e soprattutto auto-sostenersi per non collassare.
A cura di Jvan Sica
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Juventus-Inter è più futuro che passato. Sembra folle una frase del genere, pensando che stiamo parlando del derby d’Italia, della partita più giocata nella storia del calcio italiano e delle due squadre che hanno vinto più scudetti (le due milanesi sono a pari merito con 18). Ma guardando avanti, quella frase ormai non è più tanto profetica o da sognatore e dovrebbe inoltre far felice l’intero movimento del calcio italiano. Quando Inter e Juve sono state entrambe al top insieme, il calcio italiano ha sempre avuto prima di tutto una grande Nazionale e in secondo luogo un progetto generale di alto livello.

Juve e Inter vogliono e possono guardare al futuro con grandi speranze perché entrambe vogliono insidiare le grandi d’Europa, non solo sul campo (quello che alla fine per fortuna conta su tutto) ma anche nei mercati, soprattutto quelli emergenti, dove diventare un riferimento adesso vuole dire crescere in maniera esponenziale nei prossimi anni.

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La mossa Cristiano Ronaldo, se ha un valore calcistico enorme perché l’obiettivo è la Champions League (e con il portoghese è più vicina), da un punto di vista di branding e di marketing del prodotto Juve ha un peso immenso. La Juventus è da tre anni ormai che aggredisce i mercati orientali, per tutti la nuova mecca dove moltiplicare guadagni e invaderli con il numero 7 vestito in bianconero ha una forza mai vista prima. L’Inter dal canto suo il 26 ottobre ha risolto definitivamente l’enigma Thorir e adesso è nelle mani cinesi di Steven Zhang. Se la prima vera mossa del nuovo giovane presidente è prendere proprio dalla Juventus il manager Giuseppe Marotta, vuol dire che la sfida è lanciata su tutti i piani e la Champions League dell’Inter lo dimostra anche da un punto di vista strettamente di campo. I nerazzurri devono in un tempo desiderabilmente medio, se non medio-breve, rientrare nel grande giro del calcio europeo, lottare con le altre dieci formazioni di livello superiore per tutti i trofei e sfidare in casa la Juventus.

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Perché è giusto dirlo, anche per evitare equivoci stupidi. In questo momento, guardando a una fase di medio termine, l’unica vera squadra che all’orizzonte può ‘guardare la schiena' della Juve in fuga è proprio l’Inter. Il Milan è ancora in piena ridefinizione e si può soltanto aspettare di capire cosa accadrà, il Napoli e la Roma hanno idee imprenditoriali molto simili: ovvero essere eccezionali vivai di futuri grandi campioni, su cui guadagnare, crescere un passo alla volta e soprattutto auto-sostenersi per non collassare. Per raggiungere una Juve che acquista Cristiano Ronaldo e non vuole e non può fermarsi – perché il suo vero benchmark sono il Barcellona, il Bayern Monaco, il Manchester City e così via – ovviamente essere splendide realtà di campioni da svezzare e testare ad alti livelli non può bastare.

Se si guarda al passato quindi si vedono Meazza che sfida la Juve del quinquennio, il trio Sivori, Charles e Boniperti che prima ammira e poi supera l’Inter di Foni, la Grande Inter di Moratti e Allodi, la Grande Juve di Boniperti e Allodi (Marotta sogna di imitare il grande dirigente di Asiago), le sfide Platini-Rummenigge, Zidane-Ronaldo, Del Piero-Milito e tanto altro ancora. Se ci si ferma al presente si ammira una squadra completa in tutti i reparti con il miglior giocatore al mondo, mentre l’Inter è ancora troppo “giovane” nella sua ricostruzione per competere, ma è più in là nel prossimo futuro che Juventus-Inter potrebbe ridiventare il nuovo duopolio del calcio italiano. Juve e Inter, ancora loro?

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