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Interrogatori e confessioni: sul Bari l’ombra del coinvolgimento diretto nel calcioscommesse

Non solo Masiello, sotto interrogatorio oggi. L’occhio del ciclone delle indagini sta coinvolgendo tutta la Puglia, con il Bari e il Lecce alle prese con confessioni e dichiarazioni di ex giocatori, imprenditori, scommettitori e loschi figuri che starebbero coinvolgendo le società nel tunnel delle scommesse e delle combine.
A cura di Alessio Pediglieri
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Bari, conferenza stampa Carabienieri per l'arresto di Andrea Masiello

Senza più veli – Un pentolone che ribolle senza più un coperchio. L'indagine delle varie Procure (tre al momento) impegnate attorno allo scandalo del calcioscommesse è sempre più a fuoco vivo, date le ultimissime scottanti notizie provenienti da Bari. Altri indagati, altri arresti illustri, ma non sembra che sia ancora tutto finito, anzi. Da settimane si vociferava che il terzo filone di ‘Last Bet' avrebbe fatto tremare di nuovo il mondo del pallone con il coinvolgimento diretto di calciatori e tesserati di prima fascia, vale a dire di Serie A. Così è stato, con l'arresto del difensore Andrea Masiello, 26 anni, ex giocatore del Bari, in questa stagione nelle fila dell'Atalanta.

Masiello e il dubbio autogol nel derby perso col Lecce

Masiello, la punta dell'iceberg – Il giocatore, accusato direttamente di aver partecipato a scommesse illegali e a tentativi (ancora da dimostrare in via definitiva) di corruzione per ‘pilotare' i risultati di almeno due partite quando era a Bari, garantendo vincite importanti con l'accomodamento in campo attraverso condotte illecite e antisportive. Ma soprattutto con conseguenze penali. Adesso, mentre le indiscrezioni parlano di un uomo distrutto, in carcere, gli inquirenti si aspettano nuove rivelazioni e una confessione totale da parte dell'ex giocatore biancorosso oramai irrimediabilmente compromesso dallo scandalo. Ieri, sono stati ascoltati i suoi due ‘amici' scommettitori, anche loro dietro alle sbarre che nella loro confessione che in Procura hanno definito ‘totale‘ hanno ammesso scommesse, giri di denaro e corruzioni in almeno quattro occasioni e con i nomi di altri giocatori ancora in attività. Gianni Carella, ex imprenditore nella ristorazione nelle sale da ballo, ha raccontato ieri del retroscena che ha anticipato la sfida tra il Bari (già retrocesso) e il Lecce (che vincendo raggiungerà la salvezza automatica): su invito di Masiello si era presentato nell'Hotel del ritiro biancorosso dove aveva incontrato altri compagni di squadra: Parisi, Bentivoglio e Rossi che insieme a Masiello dovevano combinare l'incontro: "Se perdete, ci sono soldi per voi" avrebbe detto Carella con l'assenso silenzioso dei presenti tranne per Parisi che si rifiutò.

La madre di tutte le partite corrotte – Nell'interrogatorio di Carella si parla anche di un viaggio successivo a Lecce dove c'è la conferma indiretta della combine andata a segno: il Lecce aveva vinto e così Carella con Masiello vanno in città per riscuotere 300 mila euro, elemento fondamentale per gli inquirenti anche se vi sono delle contraddizioni di fondo e delle smentite da parte di Carella e del terzo arrestato Fabio Giacobbe, visto che si sospetta – senza ancora prove certe – che vi siano anche coinvolgimenti diretti da parte di ‘emissari' delle due società, soprattutto sulla sponda biancorossa, a favore della combine che doveva andare a buon fine per pressioni esterne nei confronti del club, reo di essere già in Serie B e di non avere altro da perdere.

Derby ma non solo – Di certo, quel derby insieme ad altre partite del Bari è al centro dell'indagine. Come Bari-Genoa, altra gara al centro di passaggi sporchi di denaro. Su quest'ultima gara, fondamentale una intercettazione. "Tutta Italia" sapeva che a Bari c'erano giocatori che si vendevano le partite. È quanto emerge da una intercettazione del 3 febbraio di quest'anno e vede protagonisti gli ex giocatori Marco Esposito e Cristian Stellini, quest'ultimo ora collaboratore tecnico dell'allenatore della Juve, Antonio Conte.
A parlare è proprio Stellini e fa riferimento proprio a Bari-Genova, una delle partite che secondo gli inquirenti è stata truccata: "L'anno prima ti ricordi…tu non c'eri a Bari…– dice Stellini al telefono – .L'anno prima noi giochiamo a Genova, Bari-Genova…arriva uno e mi dice: in tutta Italia mi dicono che voi fate così. Io gli dico guarda che non è vero niente io no so niente quindi". L'interlocutore però insiste, sempre secondo quanto racconta Stellini. "Però, sai – afferma l'uomo all'ex giocatore – visto che ormai la voce si è sparsa in giro tutta Bari ha deciso di scommettere. Dunque se dovete fare un favore qua c'è gente che ha messo tanti soldi, fateci la cortesia". E Stellini conclude "guarda l'unica cortesia che posso fare è che se puoi togliere i soldi che hai messo, toglili, perchè noi giocheremo la partita per vincere".

ancora bari-lecce con Masiello e Gillet

Pressioni su giocatori e società – Che a Bari ci fosse un clima incandescente attorno alla squadra e ai calciatori e che ci fosse davvero qualcosa di grosso e di illegale in quel periodo è confermato anche dalle dichiarazioni di Bortolo Mutti, tecnico in quel periodo dei Galletti, e di Gillet il portiere-capitano. Scommettitori, tifosi, mafiosi di Bari, nessuno escluso.
Anche alcuni ultras avrebbero cercato di entrare nel giro delle partite truccate costringendo la squadra a perdere alcune partite. La circostanza, emersa durante l'interrogatorio dell'ex del Bari Marco Rossi, è stata fortemente confermata da quanto raccontato il 7 febbraio 2012 ai giudici da Jean Francois Gillet, ex portiere della squadra, ascoltato in qualità di testimone. Secondo quanto riferito da Gillet, tre capi ultras avrebbero intimato ad alcuni giocatori, lui compreso, di perdere l'incontro Cesena-Bari. Queste le frasi che sarebbero state pronunciate dai tifosi, riferite da Gillet ai giudici: "Aho, siete ultimi, avete fatto questo campionato di… non vi é mai successo niente, nessuno ha preso mazzate e cose varie, domani dovete perdere. Basta, non c'é stato niente da dire, così".  "Noi – ha dichiarato infine Gillet – abbiamo detto che non ci stavamo: "No, non esiste". E loro hanno risposto: "Va beh, da ora fino alla fine non si sa mai che cosa può succedere, tu vivi a Bari, non si sa mai". Io ho detto: "Non esiste". Eppure il Bari perse.
Anche nei ricordi di Mutti qualcosa stride con la realtà: "Io ho sempre detto: ‘Ragazzi, usciamo sempre a testa alta, non mollate mai niente. Si parlava sempre del momento di sofferenza per questa situazione, di non scendere a nessun compromesso e di uscire a testa alta. Oggi rivedendo certe cose onestamente ho qualche dubbio. Masiello? Non me l'aspettavo. Sembra anche una cosa difficile da fare anche considerando il Masiello che ho conosciuto in quei mesi e il modo in cui si poneva con i compagni".

La giustizia sportiva – Intanto Palazzi ha chiesto gli atti dell'inchiesta alla procura di Bari, tutti e non solo quelli contenuti nell'ordinanza dell'arresto di Masiello e gli altri due indagati. Ciò fa pensare che, mentre si sta procedendo sulla linea della giustizia ordinaria per accertare colpe a livello penale, anche la giustizia sportiva stia analizzando, in silenzio, tutto ciò che sta accadendo con tutte le indagini delle tre procure coinvolte. L'obiettivo è stato spesso dichiarato dalla Federcalcio, ovvero di arrivare in tempi brevissimi e in parallelo con la giustizia extrasportiva a delle sentenze esemplari a livello calcistico, utilizzando il metro della ‘tolleranza zero' che vorrebbe significare per i tesserati coinvolti la ‘radiazione' a vita e per le società ‘conniventi' pesanti penalizzazioni che, nei casi estremi, potrebbero portare anche a clamorose retrocessioni e a stravolgimenti nel campionato in corso e in quelli a venire.

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