Inter: tra bond, cessioni, stadio e sponsor si gioca sul fil di lana del debito infinito
Nessuna finanza creativa, intesa come aggiramento delle regole in vigore o piccoli grandi sotterfugi per spalmare i propri debiti come è capitato in passato ad altre società. L'Inter sta giocando il tutto per tutto in queste settimane provando ad anticipare i tempi e scommettendo su un rilancio sportivo importante entro l'estate, quando si dovranno far quadrare i conti. Che sono sempre in passivo con le casse vuote e gli occhi e il fiato dell'Uefa sul collo. Erick Thohir ha iniziato una sciarada finanziaria delicatissima che non ammette errori né ritardi, pena la quasi matematica certezza di sanzioni e cessioni immediate dei migliori giocatori. Ecco perché il bruttissimo stop interno odierno contro il Torino – al di là delle classiche speculazioni sportive – ha dei risvolti pessimi da un punto di vista finanziario visto che frena ancora pesantemente l'Inter alla rincorsa della Champions League. Già un miraggio prima della sfida col Torino e oggi sempre più chimera. Perché la Zona Champions sarebbe la via più diretta e facile per ripianare gran parte del debito esistente con il suo indotto da 50 milioni di euro. Ma senza la super Coppa, tutto si complicherà ed è per questo che ET sta lavorando sin da ora perché i conti tornino comunque.
La qualificazione alla Champions? Non è una ossessione – ha ammesso il presidente Thohir nel giorno del summit con Moratti e Mancini -. Abbiamo un budget è di 180, 200 milioni per la prossima stagione, con la Champions arriverebbe a 210, 230 mentre con l'Europa League sarebbe in una via di mezzo. Andarci sarebbe meglio ma non dimentichiamo che l'Inter ha un brand molto elevato, è il decimo al mondo.
Nella giornata di oggi c'è stato un faccia a faccia con Moratti con cui si è ridiscussa la possibilità di emettere un bond da circa 300 milioni di euro per avere liquidità immediata per la gestione delle spese ordinarie. Un'iniezione di ossigeno che permetterebbe di chiedere ulteriori prestiti alle banche e di non appesantire ancor di più i debiti già aperti. Il tutto fino alla prossima estate entro cui dovranno essere stabiliti anche i piani del nuovo stadio e dello sponsor tecnico principale, la Pirelli. Che era legata a doppio filo con Moratti, un po' meno con Thohir e che dovrebbe mettere sul piatto un rinnovo (la scadenza è per giugno 2016) di una stagione, fino al 2017. Il minimo sindacale, per capire anche che vita abbia questa nuova Inter da un punto di vista imprenditoriale. Che dipenderà anche dal progetto stadio, l'impianto di proprietà con cui però ci si deve confrontare ancora con il Milan per San Siro.
Poi, c'è la situazione economica derivante dalla forza lavoro, gli stipendi e i cartellini dei giocatori. Anche in questo caso, Erick Thohir fino a questo momento ha giocato col fuoco prendendo giocatori oggi per pagarli domani con la certezza che lo portino in alto in campionato. Shaqiri, Podolski ma anche Murillo e Brazovic sono tutti inserimenti che verranno messi a bilancio dal prossimo giugno, con la palla ferma e a giochi fatti. Sarà quello il momento della verità, con l'Inter che dovrà dimostrare di potersi permettere certe spese. Altrimenti, un saluto certo tra Handanovic, Kovacic e Icardi ci sarà certamente.