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Inter, Stankovic: “Alla Juventus sei soltanto un numero”

Nella sua autobiografia, il campione serbo rivela particolari del suo passaggio all’Inter: Moggi lo chiamò alla Juventus con un contratto pronto, ma Mancini lo convinse che quella non era la scelta giusta.
A cura di Alessio Pediglieri
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Dejan Stankovic

Dejan Stankovic, ex calciatore serbo e campione di Lazio e Inter, ha raccontato i momenti più importanti della sua carriera in un libro pubblicato nel 2010, ‘Fortissimamente io'. Un volume in cui si confessa e si racconta a 360 gradi in un percorso che l'ha visto prima protagonista in Italia con la maglia della Lazio, poi con quella dell'Inter. In entrambe le occasioni si è fatto sempre amare dai tifosi, diventando di quelle squadre un esempio e un punto di riferimento di dedizione, lavoro e passione.

Eppure ci sono anche molti anedotti all'interno di "Fortissimamente Io", in cui narra anche di momenti meno belli o di situazioni che potevano cambiargli la vita calcistica, come quando la Lazio di Cragnotti entrò in crisi finanziaria e dovette privarsi di molti campioni, tra cui appunto, Dejan Stankovic.

"Fui chiamato dalla Juve, dal Milan e dall'Inter – racconta il centrocampista serbo nella sua autobiografia – Volevo solo rimanere in Italia. Mi chiamò Moggi, stavo per andare alla Juve, poi Mancini mi fece cambiare idea: ‘Che ci vai a fare là? Alla Juve sarai solo uno dei tanti. Loro sono un sistema e il giocatore è soltanto un numero. Vai all'Inter, sarà molto meglio per la tua carriera!‘".

E così fu: "Mi convinse a cambiare decisione, l'Inter era il mio futuro! Dovevo passare all'Inter nell'estate 2004, ma la pressione all'Olimpico era tale che chiamai Moratti: "Presidente, non ce la faccio più. Dovete portarmi là subito". E in quell'occasione vidi per la prima volta chi era Massimo Moratti".

All'Inter dal 2004, ha scritto già pagine importanti della storia nerazzurra: "All'Inter sono arrivato perché rimanessi nelle pagine più belle del cub nerazzurro. Sono sei anni e mezzo che sono al Meazza, con il desiderio di rimanerci per nove o dieci. Questa per me è la più grande soddisfazione della carriera. Per venire all'Inter ho rinunciato a 5 mesi di stipendio, i soldi che mi doveva la Lazio".

Un crescendo professionale fino al maggio 2010, con l'apice toccato grazie alla vittoria europea: "All'inizio ho sentito come se qualcuno mi avesse tolto un peso, come un sollievo. Mi guardo intorno, vedo Zanetti piangere come una fontana, vedo Materazzi, uomini che hanno più di trent'anni, tante partite alle spalle, eppure nessuno nasconde le lacrime. Tutti corrono, piangono. Mi rendo conto solo allora di che cosa abbiamo realizzato: l'Inter è campione d'Europa! Dopo 45 anni! Abbiamo realizzato qualcosa che nessuno in Italia aveva mai fatto! Madrid 2010, la corona della mia carriera!".

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