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Inter, Spalletti chiude le porte a Skriniar: “Nessuno ha i soldi per pagarne il prezzo”

Non si muoverà dall’Inter e da Milano: Milan Skriniar a gennaio può pensare solamente all’Inter e i tifosi non devono avere timori: “Il suo prezzo è troppo alto e certi giocatori devono essere tutelati. Questa sera abbiamo fatto un passo avanti nella mentalità. Le porte chiuse? Ho sofferto molto”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il difensore centrale nerazzurro non si muoverà da Milano malgrado radiomercato indichi attorno al giocatore grandi movimenti soprattutto dall'estero: il prezzo è altissimo, il contratto solido e il rapporto con la società duraturo. Tutti elementi che non permetteranno ad alcun club di strapparlo all'Inter. I tifosi stiano tranquilli, la parola data è quella di Luciano Spalletti nel dopo gara contro il Sassuolo.

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Skriniar troppo caro. Parole pesanti del tecnico che ha ancora una volta chiuso i battenti alla partenza del difensore smentendo di fatto i rumor di questi giorni. A gennaio nessuno può permettersi di pagare la società: vale almeno 60 milioni e ha un contratto con l'Inter che lo blinda. Forse se ne potrà parlare da giugno in poi di fronte a proposte ‘indecenti' e a calcio fermo: "Serve un equilibrio relativo al trattamento di determinati calciatori che si ritengono importanti per la squadra.  Nessuno ha i soldi per pagare Skriniar, e lui resta qui: è un giocatore fuori prezzo per tutti è inutile parlarne".

I complimenti alle seconde linee. Poi, il pensiero alla qualificazione ai quarti di Coppa Italia in goleada: 6-2 al Benevento, ottenuto con le seconde linee con quei giocatori che molto spesso assistono da bordo campo o dalla tribuna le vittorie dei compagni. Un merito ulteriore al gruppo che Spalletti ha voluto sottolineare a fine match: "Ranocchia, Padelli, Candreva, Gagliardini, anche chi gioca meno ha fatto molto bene. Hanno finito la gara senza costringermi a fare dei cambi differenti. Un approccio molto positivo di tutti,  stavolta ci si è comportati molto bene: si è fatto un passo  in avanti verso quel livellamento a cui aspiro gara dopo gara".

Le porte chiuse. L'ultimo pensiero alla punizione delle porte chiuse, uno stadio senza pubblico, un clima surreale, pericoloso per la concentrazione della squadra in campo che però non ha subito il contraccolpo: "Ho vissuto male questa cosa, nel senso che non è una partita. Non è lo spettacolo che andiamo a richiamare, così non è partita non si può giocare in un clima del genere".

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