Inter, ora Adem Ljajic è un caso: il serbo è ormai un panchinaro fisso
Serpeggia un po' di tensione nello spogliatoio nerazzurro, e non solo per il pareggio colto a Genova contro la Sampdoria. Dopo le accuse di Roberto Mancini, rivolte a giornalisti secondo il tecnico di Jesi "incompetenti", ora ci sarebbe anche il caso Ljajic a tenere banco alla Pinetina. Il ventiquattrenne serbo non è ancora riuscito a ritagliarsi uno spazio importate nelle gerarchie del suo allenatore e, secondo il Corriere dello Sport, si sarebbe sentito offeso dalla scelta di Mancini di preferirgli prima Palacio e poi, addirittura, il giovane Rey Manaj per la sfida infuocata di "Marassi". In campo nella sfida interna contro il Verona (sostituito nel secondo tempo, dopo una prova opaca) e tra le riserve per tutti i novanta minuti nella serata della passeggiata viola a Milano, Adem Ljajic ha conosciuto a Genova un altro pomeriggio da panchinaro.
Esclusioni eccellenti – Il serbo, già infastidito dalle recenti scelte del "Mancio", sarebbe deluso anche per quello che è successo durante la partita contro la Sampdoria. Mandato a scaldarsi con l'Inter sotto di un gol, Ljajic è andato su tutte le furie al momento dell'ingresso di Manaj. Un affronto che l'attaccante non ha preso bene e che ha sfogato in un conciliabolo con Brozovic: anch'egli al bordo del campo per un riscaldamento che, a detta di molti, è stato tutt'altro che intenso. Ed è proprio questo che ha convinto Mancini a tenere fuori non solo il serbo, ma anche il centrocampista croato. Il poco impegno negli allenamenti, secondo l'allenatore, sarebbe infatti alla base di queste due esclusioni. Complice l'infortunio di Jovetic, l'ex Roma si aspettava più considerazione e più minuti da spendere in campo. Il famoso "turn over", di cui tanti allenatori vanno fieri, non sembra però abitare nella testa di Roberto Mancini: tecnico che avrà, ora, una decina di giorni di tempo per preparare al meglio i novanta minuti contro la Juventus. Con o senza Adem Ljajic.