Inter, nuovo stadio: Thohir ha deciso, addio a San Siro
Mentre l'esordio in campo della nuova Inter del presidente Erick Thohir rimedia solamente un pareggio in quel di Bologna fallendo il terzo posto in classifica, obiettivo dichiarato del tycoon asiatico, c'è un'altra Inter che continua a lavorare alacremente su differenti aspetti altrettanto importanti al rendimento in Serie A: sul mercato (con l'ultima idea chiamata Nainggolan), sulla riorganizzazione societaria e sul fronte stadio. Proprio su quest'ultimo argomento, da Giakarta l'azionista di maggioranza ha dato ulteriori elementi per far sì che la nuova casa dell'Inter non sarà più San Siro, considerato un impianto vecchio, fatiscente e impossibile da ristrutturare per renderlo adeguato ai desideri di Thohir.
Il derby col Milan – Non a caso, gli incontri in Regione degli ultimi giorni tra il Sindaco di Milano Pisapia e il presidente della Regione, Maroni, erano valsi ad aprire un primo fondamentale colloquio sulla possibilità di poter ambire ad uno stadio di proprietà ma anche completamente nuovo. Tanto che è stata da subito individuata un'area ben precisa quella dell'Expo 2015, perfetta per poter creare uno stadio avveniristico con tutti i comfort a portata di mano: l'Arexpo che ha scatenato una piccola staffetta con i dirimpettai rossoneri che non hanno perso occasione di candidarsi a Comune e Regione per lo stesso motivo: abbandonare San Siro.
Addio alla ‘Scala del Calcio' – E' proprio questo il punto: la ‘Scala del Calcio' è davvero un impianto troppo vecchio per pensare di ristrutturarlo e renderlo ‘moderno'. L'alternativa reale sarebbe ciò che ha fatto la Juventus: sulle ceneri di un Delle Alpi mai amato da società e tifosi, è stato costruito ex novo il JStadium, il fiore all'occhiello della dirigenza bianconera e attualmente l'unico stadio in Italia a poter competere con i giusti parametri agli impianti inglesi e tedeschi. San Siro dovrebbe essere raso al suolo e sulla stessa area far sorgere una nuova ‘arena' calcistica tutta nerazzurra. Un progetto troppo difficile da realizzarsi perchè lo stadio attualmente è di proprietà del Comune, l'Inter dovrebbe acquisirne prima i diritti per poi smantellarlo. Non solo, per far sì che si possa far sorgere una struttura adeguata fornita di servizi e quant'altro, si dovrebbe concretamente trattare anche per l'acquisizione dell'"area trotto" attorno al Meazza, lo spazio identificato per far sorgere alberghi, parcheggi e ogni altro servizio funzionale allo stadio.
Uno stadio post-Expo – I tempi saranno lunghi e il cammino non privo d'ostacoli: il Milan che ha gli stessi diritti nerazzurri e si è mosso in contemporanea per capire quali richieste vi siano da soddisfare per presentare un progetto vincente sull'Arexpo di Rho-Pero alle porte di Milano, è un concorrente piuttosto agguerrito e l'eventuale testa a testa lo si dovrà vincere solamente presentando progetti vincenti e sostenibili. In secondo luogo, c'è da affrontare tutto il piano regolatore e urbanistico andando a braccetto con Comune e Regione, con un occhio di riguardo ai trasporti e alle infrastrutture attorno allo Stadio. Infine i tempi: se l'area di Expo 2015 è quella davvero identificata come il luogo deputato al nuovo impianto, non si potrà procedere se non dal 2016 in poi, ad Expo finito. Con uno stadio, nella migliore delle ipotesi non pronto prima del 2018.