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Inter, Moratti pensa positivo: “Crisi? No, ci sono abituato”

Il presidente onorario nerazzurro predica calma e fiducia malgrado il momento negativo della squadra e punta sul gruppo di Thohir che saprà ridare le giuste motivazioni ad ambiente e giocatori.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il presidente onorario Massimo Moratti a margine di un Convegno intitolato  "Contro la violenza. Riportare il calcio a misura d’uomo" ha parlato anche della situazione attuale della ‘sua' Inter, costretta all'ennesimo pareggio ieri sera contro il Parma e in un momento psicofisico non ottimale dopo un buon inizio di stagione. Qualcosa, da un mese a questa aprte, sembra essersi interrotto: la crescita si è fermata e sono subentrati antichi problemi che ne stanno minando l'autostima collettiva. Brutti segnali che rischiano di inficiare quanto di buono fatto fin qui dalla gestione Mazzarri che però – a conti fatti- oggi dopo 15 giornate vanta meno punti di un anno fa quando c'era sulla panchina Stramaccioni. Corsi e ricorsi con cui il tecnico livornese deve fare i conti, così come il presidente Thohir che – da quando si è insediato – ha ricevuto più delusioni che gioie.

Tutto secondo norma – Per Massimo Moratti, invece, tutto è secondo norma: 18 anni di presidenza all'Inter l'hanno forgiato  troppo per strapparsi i capelli davanti all'ennesimo aggancio fallito al Napoli e al terzo posto o nel constatare che la difesa titolare faccia acqua un po' da tutte le parti. Così, mentre in molti gridano alla ‘rivoluzione'  che potrebbe esserci comunque già a gennaio, Moratti predica calma e tranquillità: "Ho abbastanza fiducia anche se c'è questa serie di pareggi. Dico così perchè mi sembra equilibrata e l'allenatore è una persona forte, ha bel rapporto con il gruppo. Qualcosa di buono potremo fare, superando questo momento. Anche loro son stati bravi e hanno subito il cambiamento senza dire nulla. Nessuno mi ha fatto pesare questa cosa. Sono andati avanti lo stesso. Un po' i risultati attuali sono legati a questo cambiamento. Io credo che oltre all'internazionalizzazione, il futuro sarà legato al carattere di chi entra e io non posso sapere. Ma per l'ambizione di queste persone, non posso prevedere il futuro, ma certamente sarà positivo".

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