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Inter, Moratti al vetriolo: “Il 5 maggio 2002? La regola era arrivare al massimo secondi”

L’ex presidente interista ripercorre i successi da presidente e parla della rivalità con Milan e Juventus: “Il trionfo più bello rimane la Champions League, al secondo posto lo scudetto vinto a tavolino nel 2006”.
A cura di Alberto Pucci
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Ci sono momenti, nella vita di ogni appassionato, che difficilmente vengono cancellati dallo trascorrere degli anni. Vittorie incredibili e sconfitte pesanti che rimangono indelebili nella memoria di ogni tifoso…specialmente in quella del "primo" tifoso: quello che, investendo tempo e denaro, ha magari guidato da presidente la squadra del proprio cuore per molto tempo. Ne sa qualcosa Massimo Moratti che alla sua Inter ha dedicato diversi anni, come in precedenza aveva già fatto suo padre Angelo. Complice una visita al padiglione del "Corriere della Sera", sito nell'Expo milanese, l'ex numero uno nerazzurro ha parlato dei suoi trionfi da presidente e delle accese rivalità con Milan e Juventus: "Dei 16 trofei vinti, il più bello rimane sicuramente la Champions League vinta con Josè Mourinho – ha raccontato Moratti – Lo scudetto vinto a tavolino nel 2006? Qualcuno vorrebbe che lo mettessi al primo posto. Facciamo così, lo metto subito dopo il trionfo in Europa".

In attesa di tornare ad esultare per un'Inter vincente, Massimo Moratti si è divertito a stuzzicare la concorrenza: "La rivalità con Juventus e Milan? C'è differenza. Con i bianconeri c'è tradizione e, ad ogni battuta, è una rivalità che si riaccende. Con il Milan c'è meno cattiveria e non è mai successo nulla di grave, forse perché siamo della stessa città. Nel 2005 loro persero ad Istanbul e noi vincemmo la Coppa Italia: due eventi che ci diedero slancio". In attesa di rivedere un'Inter vincente in Italia e in Europa e dopo aver confermato di non voler tornare alla guida del club ("Io non torno di certo, ma può darsi che ci sia in futuro un terzo Moratti"), l'ex patron interista si è congedato dal suo interlocutore regalando l'ennesima stilettata velenosa al club campione d'Italia: "Il 5 maggio 20o2? In quegli anni la regola era arrivare al massimo secondi. La cosa si sapeva, anche se nessuno di noi voleva crederci".

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