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Inter-Mazembe 3-0, finale Mondiale per Club 2010, il video dei gol di Pandev, Eto’o e Biabiany

Pandev ed Eto’o nel primo tempo. Tris di Biabiany nella ripresa. Inter sul tetto del mondo nel segno di un numero magico, il tre.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non c'è stata storia, ma si è scritta la storia nerazzurra. Contro il Mazembe, l'Inter ha dimostrato tutto il suo valore. Non perchè gli avversari fossero di una caratura tanto alta da preoccupare la compaggine di Benitez, quanto perchè l'appuntamento era di quelli da non fallire.

C'era un solo risultato utile per l'Inter al Mondiale per Club 2010, vincere. Come aveva detto Samuel Eto'o: certe gare non le devi giocare ma le devi vincere. Così doveva essere, così è stato. Nel modo migliore, senza subirte reti e fermando i Campioni d'Africa e la loro voglia di protagonismo, si sul nascere, con un uno-due in 17 minuti di gioco.

Poco più di quanto accadde con il Seongnam, in semifinale, quando ad aprire le danze fu Dejan Stankovic, oggi a sorpresa in panchina. Ma il risultato non è cambiato anche se Benitez in campo ha cambiato i protagonisti.

Contro il Mazembe straordinario finalista, è stato alla fine, tutto fin troppo facile. Ha aperto le marcature Goran Pandev nel primo tempo, un giocatore che non segnava dall'anno scorso. Un gol da attaccante vero, al 13′ minuto con un assist di Eto'o, un controllo di esterno in piena area di rigore avversaria e un rasoterra che ha tolto il fiato di gola. 

L'Inter di Benitez mette subito in ambasce il Mazembe. Poi ci pensa l'uomo delle Finali, Samuel Eto'o a siglare la propria rete personale, l'ennesima per sugellare con un gol indelebile la grandissima stagione conclusa nel modo migliore e ritornando ad essere decisivo dopo una semifinale incolore contro il Seongnam. Al 17′ minuto, l'"africano" dell'Inter stende i suoi fratelli congolesi nel più perfetto dei delitti sportivi: era l'idolo dei giocatori del Mazembe, è diventato per 90 minuti un incubo, ma sarà ricordato da tutto il Continente Nero come un eroe. Il Pallone d'Oro africano 2010 deve portare obbligatoriamente il suo nome, visto che mai come quest'anno ha vinto tutto ciò che era possibile vincere ottenendo il suo 17mo trofeo personale da quando, a 15 anni arrivò a giocare nel calcio europeo.

Infine, segna anche chi non te lo aspetti, Jonathan Biabiany, che in contropiede a suo modo sigla il tris definitivo all'81'. Il fluidificante vecchia maniera segna a suo modo, in velocità, chiudendo nel modo migliore una gara e un risultato tenuto in piedi dalle mani di Julio Cesar capace di dare la sicurezza necessaria ai compagni, vecchi e giovani, nei momenti antecedenti al tris. E' il primo gol in nerazzurro per Biabiany, che arriva nel momento più bello, più importante della sua carriera. Coronando un momento magico per lui e dimostrando di essere un giocatore giovane in cui credere anche per il prossimo futuro. L'anno scorso a Parma, poi in estate alla Pinetina, infine, causa la miriade di infortuni che ha costellato l'universo nerazzurro nella prima parte di stagione, proiettato in prima squadra da titolare. E' cresciuto il ragazzo: gia' in Champions League aveva dato prova di maturità, questa sera, utilizzato con il contagocce ed entrato nella ripresa per dar respiro e applausi al Principe Milito, ha confermato che i numeri e la qualità non mancano e sono dalla sua parte.

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