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Inter, Matthaeus a Podolski: “Twitta di meno e gioca di più”

L’ex calciatore nerazzurro polemico con il neoacquisto dell’Inter che replica: “Proprio lui offre suggerimenti?”
A cura di Marco Beltrami
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Accoglienza a dir poco calorosa quella riservata dai tifosi dell'Inter a Lucas Podolski, ultimo colpo di calciomercato dei nerazzurri. Il duttile attaccante tedesco, prelevato dopo una breve ma intensissima trattativa dall'Arsenal, approda alla corte di Mancini con la responsabilità di provare a risolvere i problemi tattici offensivi del tecnico jesino. Non sono tutte rose e fiori però per Podolski che nelle ultime ore ha dovuto fare o conti anche con un "benvenuto" molto particolare, ovvero quello di Lothar Matthaeus. L'ex campione nerazzurro, connazionale di Podolski e come lui campione del mondo ha invitato il neoattaccante dell'Inter ha concentrarsi maggiormente sul calcio giocato per dimostrare il suo valore: "Podolski ha delle qualità ma deve dimostrarle in campo. Si dice che sia uno che pensi più a twittare che a giocare, adesso si concentri sul pallone". Matthaeus ne ha anche per l'Inter, considerata un lontano ricordo della squadra vincente del passato specchio perfetto della crisi del calcio italiano: "Podolski ha firmato per una squadra di grande nome, ma l’Inter è ormai un grande nome del passato. L'11° posto in classifica parla da solo. Club come Milan e Inter, che hanno fatto la storia del calcio negli anni '90, hanno perso fascino. Per questo ora i migliori calciatori non giocano in Italia ma in Germania, Inghilterra e Spagna".

La replica di Podolski a Matthaeus

Parole tutt'altro che leggere quelle dell'ex Pallone d'Oro che non sono rimaste inascoltate. E proprio lo stesso Podoslki attraverso il suo profilo Twitter ha risposto per le rime a Matthaeus: "Trovo molto divertente che proprio Matthaeus mi dia suggerimenti su come devo comportarmi". La polemica è servita dunque, anche se Podolski ora è pronto a concentrarsi sulla sua nuova avventura professionale con la speranza di poter trovare una maglia da titolare con maggiore continuità rispetto a quanto accadeva durante la sua militanza nell'Arsenal di Wenger.

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