Inter, Mancini ha numeri da esonero ma è già stato confermato

Da quando è arrivato – col derby contro il Milan come gara d'esordio – l'Inter non ha mai stupito, anzi. Roberto Mancini ha raccolto i cocci della gestione Mazzarri, con l'intento e la promessa di far dimenticare il livornese a suon di vittorie e bel gioco. Le prime non sono mai arrivate se non in modo sporadico, il secondo obiettivo è stato raggiunto ma non è stato mai sufficiente per rasserenare gli animi e – soprattutto – per raggiungere l'obiettivo minimo sindacale, la Zona Europa. Se si aggiunge la prematura uscita dalla Coppa Italia e la brutta eliminazione in Europa League, il quadro è sufficientemente desolante per pensare ad un nuovo avvicendamento in panchina. Ma proprio Mancini è stato preso con un progetto a lunga portata e malgrado non sia ancora riuscito a dare una identità alla squadra Thohir non pensa affatto di accantonarlo ma – addirittura – di rilanciare, amplificando il ruolo (e i poteri) dello jesino in vistaa della prossima stagione.
Erick Thohir ha capito che quest'anno oramai finirà come finirà: nessuna gloria nerazzurra, nessun sogno europeo, solamente l'ennesima stagione anonima che riporterà l'Inter fuori dalle Coppe. Ma con una certezza: Roberto Mancini, il tecnico che comunque si è conquistato la stima dirigenziale tanto che Thohir è pronto ad affidargli un ruolo da manager, all'inglese, e non più di ‘semplice' allenatore perché faccia sentire il proprio carisma anche nelle situazioni non di campo, come in realtà è già accaduto in occasione del mercato di gennaio. Ma questa volta in modo ufficiale, caricandolo di ulteriore responsabilità ma dimostrando una ciecaa fiducia nei suoi mezzi.
Di certo, fino a questo momento Mancini sta facendo il possibile ma i risultati sono contro di lui e la scossa a una squadra senz'anima e senza identità non è ancora arrivata. Lo jesino ha utilizzato al momento ogni soluzione ritenuta idonea e derivante dalle esperienze estere: carota e bastone, carezze e schiaffi. Sia al gruppo che ai singoli senza guardare in faccia nessuno. A volte è servito (vedasi il riscatto di Icardi che davanti alle critiche ha messo in campo gol e carattere) altre no (Kovacic sembra continuare a piangersi addosso, Podolski non ha mostrato alcuna reazione alle recenti panchine). Il risultato è stato comunque sconfortante ma a giugno la promessa è l'ennesimo giro di vite con delle cessioni utili alle casse, altre per scelte tecniche precise. Con 3/4 inserimenti mirati e di peso, non necessariamente nomi altisonanti ma di certo fondamentali da un punto di vista tattico.