Inter-Juventus: una storia infinita di polemiche, fin dal 1961

L'alfabeto delle polemiche – Si scrive Inter-Juventus, si legge da sempre derby delle polemiche. Sin dal 1967, quando il buon Gianni Brera coniò il termine "Derby d'Italia" per indicare una partita tra squadre divise da una profonda rivalità. Nonostante i punti di vista diversi della concorrenza ("E' Milan-Juve il vero derby" – Galliani nel 2009), le tesi fantasiose ed i voli pindarici di alcuni commentatori e di illustri giornalisti, pare evidente che Inter–Juventus rimane indiscutibilmente la "madre" di tutte le rivalità calcistiche e la più autorizzata all'utilizzo del copyright di "breriana" creatività. Certi che il maestro di tutti quanti noi, sigaro in bocca e dall'alto della sua postazione, stia ancora sogghignando al pensiero di tali baruffe da bar (di quotidiana amministrazione quando ci sono di mezzo Agnelli Jr. e Moratti), proviamo ad analizzare, lettera dopo lettera, tutti gli scontri velenosi ed i principali protagonisti della storia di questa super sfida.
A come Arbitro – E' spesso il protagonista principale della "bufera" bianconerazzurra. L'ultimo in ordine di apparizione fu Tagliavento che, all'andata, "regalò" errori ad entrambe alimentando polemiche bipartisan. Ricordato per essere il destinatario delle manette di Mourinho, l'arbitro di Terni si prese anche un "cazziatone" dal pacifico Cassano che, nel tunnel degli spogliatoi, gli diede sarcasticamente del "fenomeno". E' quello del gol fantasma di Muntari e della rete annullata a Matri nella stessa infelice serata di Milan-Juventus. In pratica: il fischietto ideale per dirigere partite importanti.
B come Serie B – E' l'offesa più gettonata dai tifosi interisti che, in ogni occasione, amano ricordare alla Vecchia Signora (e ai cugini milanisti), quanto sia stata poco onorevole la discesa negli inferi del torneo cadetto. Una macchia indelebile nella storia del club piemontese, generata dal "famoso" caso Calciopoli e dai magheggi di Lucianone Moggi che, davanti ai Giudici, ebbe a dire: "Calciopoli è nata a Milano, ispirata dall'Inter. Tenevano tutti sotto controllo ". Il risarcimento a Bobo Vieri è, in parte, una magra consolazione per l'ex dg juventino.
C come Cassano – Poteva mancare l'ex Pibe de Bari, in questa particolare classifica? Nell'Ottobre scorso, a pochi giorni dal big match dello Juventus Stadium, Cassano viene invitato in tv da Fabio Fazio e rivela: "Ho rifiutato la Juventus per tre volte. Lì vogliono solo soldatini che vanno diritto. Io, invece, voglio girare a destra o sinistra ed uscire dai binari se ne ho voglia". Detto, fatto. Treno che deraglia pochi giorni dopo la vittoria di Torino: "Se Conte parla a me di moralità, è finito il mondo!"
D come Del Piero – Uno dei grandi assenti della super sfida. Sarà la prima volta a San Siro senza lo storico capitano bianconero che, nel Derby d'Italia, ha lasciato il segno per ben nove volte. Suo malgrado, entrò nella storia di questa partita nel famoso pomeriggio del contatto tra Iuliano e Ronaldo.
E come errore – E' l'incubo di ogni arbitro e guardalinee. Farlo in un Derby d'Italia, vuol dire prepararsi ad una settimana di crocefissione mediatica. All'andata, la mancata espulsione di Liechteiner scatenò Moratti ("E' stato un errore voluto"). Pochi giorni dopo gli rispose Buffon: "L'errore è l'alibi degli eterni incompiuti, di chi non vince mai!"
F come fiducia – Dopo la vittoria di Torino, Andrea Stramaccioni dichiarò: "L'Inter ha piena fiducia degli arbitri". Un bel gesto nei confronti della categoria arbitrale che, però, ebbe vita breve. Lo "Special Two", infatti, scivolò sulla buccia di banana qualche giorno più tardi rivolgendosi con toni duri al quarto uomo, dopo il rigore di Bergamo, facendosi buttar fuori in Inter-Cagliari e, successivamente, dopo la pesante sconfitta di Udine, criticando la direzione dell'arbitro. Riuscirà a star calmo domani pomeriggio?
G come Gol (quelli annullati) – Il Derby d'Italia ha generato polemiche anche dopo reti ingiustamente (o meno) annullate. Come nel 2005 quando, in una finale di Supercoppa, Fabio Capello andò su tutte le furie per un gol annullato a Trezeguet. L'arbitro del match? Massimo De Santis, quello accusato di far parte della "cupola" di Moggi. Un paradosso che i legali di "Lucky Luciano" portarono come prova a favore nel processo di Calciopoli.
H come Heysel – Nell'Ottobre 2010 compare sugli spalti di San Siro, poco prima di Inter-Juventus, l'ennesimo agghiacciante striscione inneggiante la strage dell'Heysel. Al gesto "nobile" della tifoseria nerazzurra, risponde quella juventina ricordando la scomparsa di Peppino Prisco e del povero Giacinto Facchetti. Spesso e volentieri, purtroppo, il Derby d'Italia è stato rovinato da episodi incivili che hanno aumentato il nervosismo fuori e dentro il campo.
I come Iuliano – Arriverà mai il giorno che, qualcuno, riuscirà a mettere una pietra sopra questo episodio? A buttare benzina sul fuoco ci ha pensato giorni fa Gianluca Pagliuca che, intervistato da un quotidiano sportivo, ha dichiarato: "Era rigore tutta la vita. Quello fu uno scudetto rubato al 100%". A 15 anni di distanza, siamo ancora qua a parlare dello scontro Iuliano/Ronaldo.
L come Leonardo – Leonardo, inteso come Bonucci: il più veloce a tirare le orecchie a "Fantantonio", dopo la battuta sui soldatini. Difensore non solo in campo, ma anche fuori quando dichiarò: "La Juventus ha un suo stile", rispedendo al mittente nerazzurro le classiche critiche di arbitraggi a favore. Amato dalla curva bianconera, che lo ha ospitato per la gara contro la Forentina, è visto come fumo dagli occhi dai tifosi interisti, anche per la dichiarazione: "Al goal di Poborsky, nel famoso 5 maggio, ho esultato come un matto!"
M come Moratti e Moggi – Come Tom e Jerry, il presidente nerazzurro e l'ex dg bianconero si sono spesso "beccati" tramite le pagine dei giornali. "Senza di lui il calcio è migliore? Non posso dire di no" dichiarò Moratti nel 2011, scatenando la replica stizzita di Moggi che tirò in ballo, ancora una volta, lo scandalo passaporti falsi e la teoria delle intercettazioni telefoniche. Oggi, come allora, nulla è cambiato: Moggi continua a picconare il mondo del calcio e, soprattutto, il club milanese, Moratti continua ad arrabbiarsi con gli arbitri e, quando serve, a stuzzicare il nemico…come quella volta che dichiarò: "Meglio essere multietnici, che comprare le partite!"
N come Nemici – L'inizio dell'antipatia tra tifosi juventini e interisti, porta una data ben precisa: 10 giugno 1961. Quel giorno, Angelo Moratti ordinò ad Herrera di schierare in campo la formazione Primavera: un gesto clamoroso, figlio della decisione di far ripetere una partita che l'Inter aveva già vinto a tavolino. Finì 9 a 1 per la vecchia signora con sei reti di Omar Sivori e l'esordio di Sandro Mazzola.
O come Olimpico – Allo stadio romano, sono legati i ricordi più dolorosi della storia nerazzurra. Fu lì che l'Inter perse uno scudetto già vinto. A undici anni di distanza, quello scudetto buttato e le lacrime di Ronaldo, sono ancora vive in tutti i tifosi nerazzurri. Cosi come sono vivi i ricordi bianconeri e le parole di Antonio Conte, al tempo in campo agli ordini di Lippi: "Qualcuno che era a Perugia e rideva, oggi piange…ed io godo, godo, godo!"
P come Platini – Già, di suo, non è molto simpatico. Figuriamoci quando si toglie la veste istituzionale e torna ad infilarsi la maglia juventina. Con Moratti ci fu un botta e risposta di fuoco, legato a questioni economiche. Sulla vicenda del trentesimo scudetto, si lavò le mani come l'illustre predecessore: "Giusto o no mettere la terza stella? Sono fatti vostri!"
Q come Quaquaraquà – E' la "singolare" risposta di Antonio Conte a Cassano. Nella "top ten" della guerra dialettica tra i due club, ecco entrare di prepotenza anche la risposta del mister bianconero: "Qui soldatini? Se dietro l´uomo c´è solo un quaquaraquà, rischi che ti faccia affondare, quindi preferiamo lasciare ad altri questo tipo di giocatori".
R come Rizzoli – Sarà l'arbitro che avrà la "fortuna" di dirigere la partita. Spesso coinvolto in furibonde polemiche, ha lasciato il segno anche in molti Derby d'Italia. L'anno scorso, ad esempio, negò un rigore evidente alla Juventus, dopo un fallo di Julio Cesar su Marchisio. I tifosi bianconeri gli hanno sempre rinfacciato una certa predisposizione ad "aiutare" le squadre milanesi. Cominciano bene!
S come Simoni – Recentemente, difendendo il suo allenatore, Agnelli dichiarò: "Difficile, in certe situazioni, fare i Lord". Una constatazione che potrebbe essere presa in prestito anche per Gigi Simoni che, nella stagione 97/98, perse tutto il suo "aplomb" dopo il famoso contatto Iuliano/Ronaldo. A distanza di molti anni, quel rigore rimane una delle pagine più tristi della carriera del mister emiliano.
T come Trenta – E' il numero che accoglie i tifosi allo Juventus Stadium. Sono gli scudetti che ogni tifoso juventino si sente cuciti addosso. Giusto contare anche il tricolore del 2006 vinto sul campo da Buffon e compagni e poi, successivamente allo scandalo, assegnato ai nerazzurri? Andrea Agnelli e Massimo Moratti hanno spesso discusso sul tema, arrivando anche a punti di "frizione". Provò a far da paciere, a modo suo, Luciano Moggi che dichiarò, in un'intervista radiofonica: "La terza stella? Fosse per me la metterei sulla testa di Moratti. La inchioderei sulla sua fronte".
U come Undici – Sono le partite inserite in un dossier, preparato da parte della stampa italiana, dove si analizzano errori pro e contro la Juventus. A qualcuno sembrerà strano ma, il club di Torino esce addirittura in credito da questa speciale lista.
V come Vieri – Oggi ballerino televisivo, ieri grande protagonista del Derby d'Italia con le due maglie di Inter e Juventus. Passerà alla storia per essere stato l'unico ad aver ricevuto un risarcimento per il tanto citato (e ancora da dimostrare) lavoro di intercettazione telefonica ordinato dal club milanese.
Z come Zanetti – Il capitano interista è stato quasi mai protagonista di polemiche feroci contro la Juventus. Fedele alla sua eleganza (in campo e fuori), l'argentino commentò con un sarcastico "contenti loro", la notizia della volontà bianconera di mettere tre stelle sulla maglia. Fossero tutti come lui, articoli di questo genere non esisterebbero.