Inter, il derby deciderà: per il dopo Mazzarri c’è anche Zenga (video)
L'aria che tira a Milano è di quelle che preannunciano un inverno rigido. E non solo perchè da alcuni giorni anche il capoluogo lombardo è costantemente sotto una pioggia torrenziale e temperature improvvisamente più basse. Il gelo sta arrivando anche e soprattutto in casa Inter dove la situazione si è fatta più complicata dopo il gol al 90′ di Nico Lopez che ha negato a Mazzarri e ai tifosi nerazzurri almeno la gioia di una vittoria che oramai manca da troppo tempo. "Almeno" perché tutto il resto è – quasi – da buttare via visto i malumori che oramai sono una costante quando i nerazzurri giocano partite tra le mura (ex) amiche visti i fischi e i cori anti tecnico che sono diventati una costante prima, durante e dopo le gare. Una tensione latente che sembrava essere sfociata anche in campo quando Icardi era stato sotituito (incomprensibilmente) al 91′ da Mazzarri con cui ha battibeccato a lungo in panchina. Per poi chiarire a tutti che si trattava di un semplice equivoco.
Ereditato da Moratti, mai amato dai tifosi. Eppure, proprio l'allenatore ex Napoli è sempre più lasciato solo dalla propria tifoseria che mai l'ha amato. Nemmeno quando venne scelto da Massimo Moratti in prima persona per il dopo Stramaccioni, figuriamoci adesso che l'ex presidente non c'è più e il nuovo appare sul bivio pericoloso di una scelta che ne determinerà i rapporti futuri col mondo nerazzurro: perché tenersi ancora Mazzarri o lasciarlo andare esautorandolo dal suo ruolo è oramai una scelta che sembra inevitabile e che comporterà nell'uno o nell'altro uno ‘sliding doors' da cui non poter più tornare. Se Thohir lo terrà ancora dovrà assumersi ogni responsabilità presente e futura di come l'Inter chiuderà la stagione. E i presupposti per fare bene non ci sono ancora. Ma se dovesse decidere di esonerarlo, anche in questo caso il neo presidente nerazzurro dovrà dimostrare ad un pubblico che lo guarda ancora con sospetto, di che pasta sia fatto trovando una soluzione vincente e convincente.
Questione d'onore, ma la decisione è stata presa. Sarebbe troppo riduttivo pensare che Thohir aspetti il Derby per decidere. Il tycoon indonesiano ha già dimostrato in diverse situazioni (e non solamente in chiave interista con l'allontanamento di Branca o il pronto intervento nell'affare Guarin-Vucinic) di sapere gestire le proprie aziende e i propri affari col sorriso di ferro. Il Derby più che un'occasione per decidere sarà sicuramente l'ulteriore prova per ufficializzare ciò che Thohir in fondo ha già scelto di fare. Non sarà una partita – sebbene la posta in palio sia altissima tra punti e onore – così come non saranno certo i 3 milioni a stagione che Mazzarri guadagna a far pendere la bilancia da un lato o dall'altro. A nessuno è dato sapere però cosa accadrà. La sensazione è che Mazzarri resti fino a fine anno e poi si chiuda il rapporto in estate, senza rinnovi nè ulteriori prolungamenti. Le prospettive sono altre, non il tecnico di Livorno che Thohir si è ritrovato alle dipendenze e con il quale, crediamo, onorerà l'impegno contrattuale.
Mancini e Zenga, le scelte ‘facili'. Intanto, però, le speculazioni ci sono com'è giusto che ci siano e portano i nomi altisonanti di Roberto Mancini e Walter Zenga. Ecco, se Thohir fosse un presidente all'italiana avrebbe già cambiato tutto proprio alla vigilia del derby. Via Mazzarri e dentro uno dei due nomi che fanno infiammare la curva, esaltano gli animi e riportano l'interismo a livelli di Mourinho. Una soluzione facile e veloce, populista e garantista almeno fino a fine anno. Il ‘Mancio' richiama ovvie ragioni di rivincita assoluta nell'epoca post Calciopoli, l'Uomo Ragno permetterebbe ad un autentica icona vivente di colmare l'ultimo tassello di un'avventura unica: curva, campo, panchina. E soprattutto con Walter tecnico si ricucirebbe da subito il rapporto con i tifosi e quei fischi che oramai attendono ogni ingresso della squadra a San Siro diverrebbero immediato ricordo.