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Inter, Icardi non bastano i gol: o partecipa alla manovra o è panchina

L’argentino deve migliorare nella lettura delle fasi di gioco, sacrificandosi anche per i compagni. Cosa che fanno alla perfezione sia Palacio che Podolski. E così, contro il Sassuolo potrebbero esserci importanti novità in formazione.
A cura di Alessio Pediglieri
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Roberto Mancini non ha avuto peli sulla lingua nel descrivere i suoi primi mesi in nerazzurro e nell'allenare Mauro Icardi, il giocatore riferimento (insieme ad Handanovic, Ranocchia e Kovacic) dell'era Thohir: "Mi ricorda Balotelli e Adriano, ha grandissime qualità ma deve pensare al calcio e alla famiglia altrimenti rischia di perdersi". Chiaro: Icardi avvisato, Icardi mezzo salvato. Perché il tecnico interista non ha alcuna intenzione a piegarsi a nessun singolo, visto che l'obiettivo non è crescere i giocatori uno ad uno ma costruire un collettivo omogeneo, vincente e di qualità. E anche chi oggi è il bomber ufficiale dell'Inter, il massimo goleador stagionale tra Coppe e campionato, verrà messo in discussione nel momento in cui non seguirà le direttive. Insomma, meglio un Palacio in più in squadra – anche se sembra aver perduto la propria vena sotto porta – piuttosto che un Icardi che segna ma non partecipa alla manovra.

Contro il Sassuolo dunque ci potrebbe essere qualche rivoluzione in attacco: Roberto Mancini si fida sì di Icardi in zona gol ma quando c'è da lavorare per i compagni, l‘argentino sembra tirare indietro la gamba pensando più a segnare che alla manovra collettiva. Inaccettabile in questa fase di crescita della squadra dove tutti devono darsi una mano e dove c'è chi si sacrifica e chi invece si ‘preserva'. Il confronto è presto fatto: o Palacio o Icardi? Per Mancini la risposta è semplice: il Trenza tutta la vita perché malgrado segni davvero meno rispetto alle scorse stagioni, non ha perso il suo spirito di squadra, senza mai risparmiarsi in campo e facendo all'occorrenza anche il centrocampista o il terzino aggiunto.

Icardi è un'ottima punta, un ariete sotto porta, quasi perfetto nel feeling col gol. Ma è un attaccante vecchio stampo, che non ritorna e non aiuta il centrocampo; non fraseggia coi compagni e non si presenta alla bisogna come uomo assist. Troppi limiti tattici che per Mancini non vanno bene tanto che contro il Sassuolo proprio l'argentino potrebbe finire in panchina a favore di chi si sacrifica per la squadra come Podolski o Palacio migliori a interpretare la partita e a calarsi nella parte che serve per dare una mano ai compagni. Dopotutto Mancini ha già messo mano ad altri ruoli con Campagnaro terzino e Guarin davanti alla difesa con Kovacic più libero di operare sulla trequarti dove, potrebbe anche esordire Shaqiri, altro elemento jolly che Mancini vuole sfruttare per il bene del collettivo.

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