Inter, Icardi manda a quel paese Mazzarri in panchina
Alta tensione a San Siro con l'Inter che non vince nemmeno con il Verona e si complica l'esistenza di una stagione che la vede tra le più grandi delusioni di questa prima parte di campionato. I nerazzurri hanno perso la via dei tre punti da troppo tempo e con il 2-2 subito dagli scaligeri all'89' hanno perso ufficialmente anche quella della calma. Un po' come i tifosi che si sono ritrovati a vedere a tratti una buona squadra, in grado anche di capovolgere un risultato negativo e gestire le situazioni ma complicarsi da sola la vita. Prima con l'espulsione di Medel che ha costretto l'inter a giocarsi l'ultima mezz'ora in dieci, poi con le scelte di Mazzarri che sul 2-1 prima toglie Palacio per Obi, poi sul 2-2 a 2 dal termine inserisce Osvaldo per Icardi che non ci sta e manda a quel paese il tecnico.
Mazzarri sempre al centro del mirino. Segno che qualcosa all'interno del gruppo si stia crepando, figlio di risultati negativi e di una tensione che anche sugli spalti non accenna a svanire. I tifosi da tempo hanno il tecnico nel mirino: è Walter Mazzarri che è stato indicato come il primo (e unico) colpevole dei continui insistenti alti e bassi di una formazione che avrebbe anche la quadratura per fare risultati più positivi. Mentre la dirigenza ha sempre difeso l'allenatore (ma questa sera a San Siro Thohir non aveva il classico sorriso di soddisfazione) e i giocatori non sono mai entrati nel merito della scelta, la curva sta continuando la propria campagna anti-Mazzarri. Che sta sortendo i primi effetti psicologici anche sui giocatori e lo stesso tecnico.
Tensione in campo e in panchina. Perché le frizioni ci sono e l'ex Napoli non sempre è immune da colpe, soprattutto quando sbaglia i cambi o effettua delle scelte che poco convincono tutti. Anche se spesso con il senno del poi. "La società conosce bene il lavoro fatto in settimana e può decidere cosa fare" ha sempre sottolineato Mazzarri in risposta alle critiche dalle tribune. E il lavoro lo conoscono anche i calciatori che però iniziano a spazientirsi. Come Icardi che non ha compreso (e non è l'unico) la sostituzione nel finale di partita. Quando forse serviva l'ultimo arrembaggio con tutta la potenza offensiva (malgrado l'inferiorità numerica) Mazzarri ha prima tolto Palacio per un centrocampista, poi Icardi per Osvaldo. E se con il ‘trenza' c'è stata la classica pacca sulle spalle e la stretta di mano, con l'attuale capocannoniere azzurro no: Icardi ha mandato a quel paese il tecnico.
Icardi goleador: 7 reti tutte decisive ma a Mazzarri non basta. La tensione della gara e la rabbia di una doppietta che stava venendo vanificata. Ma forse anche qualcosa di più. Lo sapremo solamente nei prossimi giorni. Intanto resta la sorpresa della scelta di Mazzarri davanti ad un Icardi decisivo nel match e che ha fatto sfiorare ai nerazzurri la vittoria. Con sette gol stagionali l'interista sempre più il leader indiscusso dell'attacco nerazzurro, con Osvaldo che si è inceppato e Palacio che è ancora alla ricerca della prima rete stagionale in campionato. I gol di Icardi sono stati fin qui comunque pesanti per i risultati della squadra: le ultime due vittorie sono passate tra i suoi piedi (contro il Cesena e la Sampdoria) e col Verona stava per compiere nuovamente il miracolo. Difficile pensare che una sostituzione al 93′ non faccia andare in escandescenze chi sa benissimo di essere stato il migliore in campo anche se nel dopo gara, lo stesso giocatore prova a metterci una pezza: "Un solo punto per aver preso un gol proprio alla fine è un vero peccato. Il dialogo con il tecnico dopo il cambio non era un bisticcio. Dicevo a Mazzarri che rientravo in difesa, ma che non potevo fare nulla nell'azione del 2-2. Lui mi chiedeva come stavo perché mi sono fatto male nell'ultima giocata sul cross a Obi: ho chiesto il cambio e non capisco i fischi. Le cose non vanno come speriamo, ma in casa dobbiamo avere i tifosi dalla nostra. Qui sembra che giochiamo in un altro campo. Se la gente vuole fischiare, l'accettiamo. Ma dà fastidio".
La verità di Mazzarri. A portare acqua al mulino nerazzurro ci pensa anche Walter Mazzarri che prova a minimizzare l'episodio concentrandosi invece sugli errori nel finale della squadra che hanno permesso il recupero dell'Hellas Verona: "Lui aveva capito che lo stavo rimproverando per il gol subito, invece volevo sapere se poteva restare in campo altri 30 secondi. Mi è toccato cambiarlo, ma anche lui stesso ha spiegato. Non ci sono polemiche, con lui ho uno dei migliori rapporti che ho avuto in carriera. Aveva solo capito male a caldo perché era preso come tutti noi dal nervosismo per tre punti che ci sono sfuggiti. E' normale un po' di delusione quando una partita sfugge così e quando tutti gli episodi ti vanno contro come le due ammonizioni a Medel. Il primo giallo a Medel, secondo me, poteva essere evitata dall'arbitro".