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Inter, i tifosi hanno perso la pazienza: via Mazzarri

In passato Thohir ha dimostrato di tenere in molta considerazione l’umore della folla. E’ capitato con il licenziamento di Branca, con il caso Vucinic-Guarin e con il comunicato durissimo ad Agnelli sul 2006. E forse è il momento di assecondarli anche sull’attuale tecnico.
A cura di Alessio Pediglieri
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Oramai il tamtam sui social network è incessante e la doppietta di De Ceglie a Parma ha fatto traboccare il vaso con la classica goccia di troppo. Per Walter Mazzarri  – forse – l'avventura in nerazzurro continuerà fino a fine anno ma per i sostenitori interisti il capolinea è già arrivato. In rete la protesta è montata nelle ore successiva alla sconfitta con gli oramai noti hashtag #Mazzarrrivattene e #Mazzarridiceche irridenti e canzonatori nei confronti dell'allenatore livornese. Che da par suo continua a difendere il proprio operato, a rimettersi nelle mani di Erick Thohir e sperare che passi la bufera attorno anche grazie  – possibilmente – a risultati positivi della sua squadra. Purtroppo il rapporto con la tifoseria è talmente incrinato che ogni volta che l'Inter gioca a San Siro è pronta l'onda di fischi verso il tecnico e anche l'ultimo escamotage dello speaker di casa di non pronunciare a fine formazione il nome di Mazzarri è servito davvero a poco.

Pazza Inter, incostante e deludente. I ‘brodini' con Cesena e Sampdoria, due vittorie su rigore che non avevano convinto nessuno, sono ritornati come peperonata nella trasferta di Parma dove davanti ad un avversario sul bordo del baratro, l'Inter è riuscita per l'ennesima volta a suicidarsi nel modo peggiore. Ciò che preoccupa al di là dei risultati negativi e dei soli 15 punti in classifica in 10 partite, è la mancanza di una struttura di gioco, una continuità di rendimento e la precaria condizione psicofisica di molti giocatori che sembrano spaesati e incapaci di rendere al meglio.  Il solo Icardi sta provando a tenere a galla la barca che fa acqua da tutte le parti ma l'argentino non ha ancora la stoffa né l'esperienza per risolvere tutti i problemi partita dopo partita.

Il ‘tradimento' dei top-player e dei giovani. Palacio, Hernanes, Guarin, Juan Jesus, Vidic, Kovacic e Handanovic. Nomi da top player che però si alternano nelle classifiche dei peggiori a fine gara. Il' Trenza' non segna più: è vero, sta ritornando da un mese di stop forzato ma l'astinenza è solamente l'ultimo dei problemi: Palacio sembra aver perso la via del gol, la tranquillità per compiere anche le giocate più semplici, non riuscendo nemmeno più a rendersi utile ai compagni dedicandosi al gioco di squadra. Lo stesso discorso vale per Hernanes, il Profeta che manca di contenuti validi per essere chiamato tale. L'ex Lazio predica nel deserto e non c'è mai gara che riesca a risolvere con un proprio guizzo vincente. Per Juan Jesus e Kovavic potrebbe valere la carta dell'inesperienza e della giovane età. Ma sia il brasiliano che il croato sono stati indicati già in tempi non sospetti adeguati a poter trascinare la squadra e diventarne leader in campo e fuori. Ad oggi si potrebbe dire che le valutazioni sui due siano delle più errate: Juan Jesus sta mostrando di dover ancora crescere (e molto) da un punto di vista tattico, Kovacic sotto il profilo della personalità. Cose non da poco se si considera che il ‘progetto giovani' voluto da Thohir ha in loro due fiori all'occhiello.

Thohir e il ‘debole' verso le richieste dei tifosi.  Infine, gli altri ‘senatori' che stanno tradendo: Handanovic (a Parma imperdonabile sul primo gol di De Ceglie), Vidic (oramai un pericolo costante per il proprio reparto), Guarin (che ha confermato drasticamente un'incostanza di rendimento per cui è sempre un'incognita metterlo in campo). Tutto ciò non aiuta Mazzarri che dovrebbe tirare i fili ma che (almeno dall'esterno) appare sempre più isolato. Un po' come accadde a Stramaccioni nell'ultima parte della sua unica stagione sulla panchina nerazzurra. E se ci si mette anche la piazza, tutto si complica. Gi in passato Thohir non rimase refrattario agli umori dei tifosi. Quando chiesero la testa di Marco Branca, il presidente indonesiano la servì su un piatto d'argento. Quando la folla si mobilitò per lo scambio Guarin-Vucinic, Thohirentrò direttamente nella trattativa fermando tutto. E quando ad Agnelli che ironizzava sull'addio di Moratti in ricordo dello scudetto 2006, i tifosi digrignarono i denti, Thohir si guadagnò la stima del suo popolo con un comunicato al fulmicotone. Adesso i tifosi premono per avere la testa di Mazzarri. Non è detto, che visti i precedenti, il presidente nerazzurro decida di offrirla alla folla.

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