Inter e Stramaccioni nel guado: i pro e i contro di un esonero ad orologeria (VIDEO)

In attesa di capire cosa accadrà questa sera a San Siro nel ritorno di semifinale di Coppa Italia, una cosa è certa: per l'Inter c'è un bivio che ne delineerà il futuro immediato. Sia in chiave obiettivi, sia in forma progetto. Se dovesse giocarsi la finalissima con la Lazio potrebbe prospettarsi un'importante colpo di coda in una stagione fallimentare, potendo ripartire da una base concreta. Se venisse eliminata, l'alternativa potrebbe essere una ennesima rifondazione radicale, a partire dalla guida tecnica.
Stramaccioni sì – Tre motivi per confermare l'attuale tecnico alla guida dell'Inter anche per il prossimo anno ci sono e sono validi. Sono gli stessi per i quali ad oggi Massimo Moratti ha tenuto saldo l'allenatore romano al proprio posto malgrado tutto. Primo: Stramaccioni è giovane, può solo migliorare e non si deve dimenticare che è in panchina da poco più di una stagione. Un po' di gavetta è un passaggio obbligato e – malgrado gli eventi collaterali – ha anche dimostrato buone qualità, soprattutto nella prima parte della stagione, quando aveva tutti i migliori a disposizione. Ed ecco il secondo punto: Stramaccioni è stato sfortunato. Non lo si può giudicare oggettivamente in una stagione in cui l'infermeria è sempre stata piena; da gennaio non ha mai potuto schierare la formazione ufficiale o quella che avrebbe voluto far scendere in campo. Samuel, Chivu, Ranocchia, Silvestre, Nagatomo, Obi, Mudingayi, Alvarez, Gargano, Milito, Cassano, Palacio: tutti hanno subito importanti infortuni e per molti di loro da tempo la stagione è già finita. Chi non avrebbe pagato dazio? Il bicchiere mezzo pieno è che comunque l'Inter stia lottando ancora per una piazza di Europa League e per una finale di Coppa Italia. Terzo, ma non meno significante, Stramaccioni costa poco e si è dimostrato aziendalista. In un momento in cui Moratti ha deciso, obbligato, di sposare il Fair Play Finanziario (per i cui parametri l'Inter è ancora fuori range e verrà per ciò multata), insistere con un tecnico che costa davvero poco e non cambiarlo, significa evitare facili sprechi come nel passato. Anche in ottica futura: dovesse proseguire Stramaccioni, il tecnico non pretenderebbe nessun aumento nè farebbe la voce grossa nel mercato estivo per avere qualche top-player avendo già dimostrato di accontentarsi sempre dei giocatori che gli sono stati comprati.
Stramaccioni no – Così come sono valide le tre motivazioni per proseguire nella guida tecnica, ce ne sono altrettante che indicano il bisogno di cambiare. Primo: l'inesperienza del tecnico. Al primo anno sulla panchina su un big, ci sono allenatori che hanno fatto meglio, molto meglio di lui. Al di là dell'eventuale sfortuna (infortuni e arbitraggi) ci sono anche precisi errori del tecnico nello scegliere le formazioni iniziali. Allegri al primo anno in rossonero ha fatto meglio, così come Conte alla Juventus. Lo stesso Montella sulla panca viola o Andreazzoli su quella giallorossa hanno convinto di più. E sono tutti sullo stesso piano di Stramaccioni che sembra avere qualcosa in meno dei suoi colleghi. Secondo: i risultati. Anche se è una scelta evidente di low cost, l'Inter non si può permettere di continuare la sua caduta libera, iniziata da fine 2012. C'è una evidente mancanza di carisma in panchina: laddove era più facile vincere grazie alla presenza dei ‘senatori' in campo, proprio quando doveva uscire la capacità del tecnico, Stramaccioni ha fallito il proprio appuntamento con la sorte. Continuare vorrebbe dire non ammettere alcune lacune che potrebbero venire colmate con un periodo su qualche panchina meno sotto pressione. Terzo, le alternative non mancano. La panchina dell'Inter è sempre stato un obiettivo ambito e papabili non mancano. Ammesso che Walter Mazzarri rinnoverà col Napoli, ci sono altre valide soluzioni. Primo, Sinisa Mihajlovic, attuale tecnico della Serbia che ha sempre avuto ottimi rapporti con la dirigenza nerazzurra e ha mostrato a Catania come a Firenze di avere qualità interessanti per poter far bene in nerazzurro. Poi, Lucescu, tecnico dell'ottimo Shakhtar di Champions: esperienza e serietà le sue armi, oltre a un buon rapporto diretto con il presidente. Infine, le piste che potrebbero portare a Donadoni (malgrado sembra che il tecnico resterà a Parma), al solito Walter Zenga, o all'ultimo nome caldo: Tite. La candidatura dell’attuale tecnico del Corinthians potrebbe essere più che un semplice rumor: si tratta di un tecnico molto titolato che ha vinto il campionato brasiliano nel 2011, la Copa Libertadores e al Mondiale per club nel 2012.
I colpi a segno – Intanto, c'è da ricordare che l'Inter ha già posto le basi per la rosa del suo immediato futuro. In modo concreto. L'esterno destro del Napoli, Hugo Campagnaro, da tempo è stato promesso ai nerazzurri. A fine anno sarà in scadenza di contratto e tutto è pronto per spostarsi a Milano. Non è un giovanotto, classe 1980, ma un giocatore d'esperienza e continuità che arriverebbe a parametro zero. Poi c'è il cavallo di rientro, Marco Andreolli, centrale del Chievo che rientrerebbe in casa madre. Prodotto del vivaio nerazzurro, dopo anni in giro per l'Italia a 27 anni tornerebbe all'Inter, utile anche per i parametri Uefa delle liste europee dove sono obbligatori giocatori formatisi nelle giovanili dei club. Anche per Ruben Botta, trequartista del Tigre, sembra tutto deciso. il nuovo talentino sudamericano che assomiglia molto a Di Maria arriverà in estate e vestirà il nerazzurro. Come l'altro baby acquisto Diego Laxalt: messosi con l'Uruguay in mostra recentemente al Sudamericano sub-20, la giovane mezzala (classe '93) verrà tesserata per il 2013-14 come comunitario e non sarà girato in prestito. Infine, la trattativa per Maurito Icardi che avrebbe scelto proprio l'Inter rifiutando l'offerta del Napoli. Per la punta argentina della Samp, un investimento importante per chi sembra avere un radioso futuro da qui ai prossimi dieci anni.