Inter da Montoya a Melo, 9 colpi: come voleva Mancio
E' stato uno dei colpi riusciti nelle ultime ore di mercato che hanno caratterizzato un'estate nerazzurra all'insegna del ricambio totale. E forse rappresenta quello principale dei 9 messi a segno dalla Beneamata. Prima la difesa, con Montoya, Murillo, Miranda e Telles. Poi il centrocampo con Kondogbia e Biabiany, infine l'attacco con Perisic, Ljajic, e appunto Melo. Che per Roberto Mancini rappresenta un'àncora a centrocampo davanti alla difesa, avendolo allenato già ai tempi del Galatasaray, conoscendone virtù e difetti, vizi e pregi. E avendolo preteso per la sua nuova squadra dove andrà a ricoprire un ruolo oggi posseduto dal buon Medel. Ma l'acquisto del brasiliano dal passaporto spagnolo, più di ogni altro non convince del tutto i tifosi: logorato da una lunga carriera alle spalle, classe '83, spesso si è distinto per eccessiva esuberanza in campo facendo incetta di cartellini gialli ed espulsioni. Ma c'è chi lo ama, visto che uno degli ultimi ricordi che ha di lui l'Italia è il gol con cui eliminò in Champions La Juventus di Conte, eterna rivale nerazzurra.
Mancini l'ha voluto talmente tanto che le cronache raccontano di un Felipe Melo asserragliato negli uffici del Galatasaray nelle ultime concitate ore di calciomercato di lunedì 31 agosto. Pronto a firmare i fogli trasmessi da Milano per rispedirli subito alla sede del calciomercato perchè venissero depositati in Lega senza eventuali colpi di scena indesiderati. Un po' come è accaduto al Napoli nella figuraccia Sogliano.
Felipe Melo ritorna in Italia dopo quattro anni, con in bacheca due coppe e tre campionati turchi in più e una voglia di riscatto che avrà la possibilità di dimostrare in campo, magari sin dal derby contro il Milan previsto per la terza giornata subito dopo la pausa delle Nazionali. Un giocatore cui Mancini affiderà la mediana davanti alla difesa, la regia bassa di un centrocampo in cui l'ex Galatasaray dovrà far valere tutto il suo peso ed esperienza, senza eccedere.
Perché Felipe Melo ha un passato non proprio glorioso da un punto di vista disciplinare. Ai tempi della Juventus, preso di mira dai tifosi, reagì di par suo con un comportamento che gli costò la partenza verso la Turchia. Dove salì all'onore delle cronache per una serie di intemperanze e interventi in campo al limite (e a volte oltre) del regolamento. Nel settembre del 2013 accaddero tafferugli e invasione di campo nel derby turco tra Besiktas e Galatasaray, scoppiati poco dopo la sua provocazione quando – una volta espulso – mostra la maglia ai tifosi di casa in segno di sfida. Nel febbraio 2014 nell'altro derby tra Galatasaray e Fenerbahçe è andata in scena una vera e propria battaglia con 14 ammoniti e 2 espulsi. Tra i negativi protagonisti del match anche Felipe Melo, che subito fallo da Emre, deride l'avversario espulso facendogli la linguaccia. Infine nell'ottobre del 2014 in Arsenal-Galatasaray di Champions League il centrocampista brasiliano entra con una scivolata killer su Sanchez. Un intervento durissimo che l'arbitro punisce con il cartellino giallo ma che avrebbe meritato il rosso.