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Inter, Conte eguaglia il record di Herrera: “Solo il tempo ci dirà le nostre ambizioni”

Con il successo di Genova, il tecnico salentino ha centrato la sua sesta vittoria consecutiva e affiancato l’indimenticato tecnico argentino, che nel 1966-67 aveva anche lui vinto le prime sei partite di campionato. “Sono contento della vittoria e della prestazione. L’espulsione e il gol preso? Potevano ammazzare chiunque, anche un elefante, ma non noi”.
A cura di Alberto Pucci
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Chiamatelo Mago, proprio come Helenio Herrera. Antonio Conte ha centrato la sua sesta vittoria consecutiva e affiancato l'indimenticato tecnico argentino, eguagliando il record del 1966-67 (sei vittorie su sei partite) dell’ultimo anno di panchina nerazzurra di quello che è sempre stato giustamente considerato uno dei migliori allenatori della storia del calcio. Dopo aver agganciato Roberto Mancini grazie al successo nel turno infrasettimanale con la Lazio, Conte si è così tolto la soddisfazione di entrare nella storia del club milanese e di essere accostato al mito Herrera.

A pochi giorni dai primi due incroci pericolosi della sua stagione, in Champions League con il Barcellona e a San Siro con i campioni d'Italia della Juventus, il mister salentino può dunque applaudire la gara giocata dai suoi: "Sono contento della vittoria e della prestazione – ha spiegato Conte davanti alla telecamera di Sky – Nel primo tempo abbiamo chiuso 2-0 e potevamo segnare ancora, poi è successo l'imponderabile: espulsione e gol dopo un'occasione clamorosa. Potevano ammazzare chiunque, anche un elefante, ma non noi, i ragazzi sono stati bravi a gestire una situazione complessa e a tenere botta".

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Il carattere della squadra e i primi due esami di maturità

Il suo record personale ha infatti rischiato di evaporare di fronte all'ingenuità di Alexis Sanchez: "Questa vittoria è un passo avanti, abbiamo giocato un primo tempo di altissimo livello. Ma trovarci in certe situazioni ci fortifica, ci fa capire che lavorando tutti insieme anche in 10 si può vincere. Bravi i ragazzi, anche se avrei evitato questo dispendio di energie fisiche essendo la quinta partita in 12-13 giorni. Ora dovremo recuperare per il Barcellona. Partite di questo genere fanno capire che dietro c'è un'idea precisa. Poi bisogna metterci anche il carattere".

"Per vincere non basta giocare bene, per vincere devi avere qualcosa in più e metterla in campo – ha concluso l'allenatore dell'Inter – La Juventus? È una squadra forte, che viene da otto scudetti vinti in maniera importante e molti di questi a mani basse. Ci rende orgogliosi il fatto di arrivare comunque allo scontro diretto con 18 punti. Ma pensiamo di partita in partita, solo il tempo ci dirà le nostre ambizioni".

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