Inter, con Podolski si arricchisce la tradizione tedesca in nerazzurro (foto)

Lukas Podoski dalle 21.25 di venerdì è ufficialmente un giocatore nerazzurro, per una avventura che durerà fino a giugno e che continuerà a lungo, se tutto andrà bene. Indosserà la maglia numero 11 (il numero 7 e il 10 sono già occupati), la stessa che vestiva il mitico ‘Kalle' Rummenigge. L'Inter l'ha prelevato con un blitz dall'Arsenal spendendo per sei mesi tra i 600 mila euro e il milione (tutto dipenderà dalla posizione finale in classifica) per poi riscattarlo sui 6 milioni circa. Il tedesco, campione del Mondo con la Germania di Loew agli ultimi Mondiali in Brasile, non è certo il primo giocatore tedesco a vestire la maglia dell'Inter. Prima di lui ci sono stati altri sette calciatori teutonici sulla sponda nerazzurra del Naviglio, la maggior parte dei quali hanno lasciato un'impronta importante nel cuore dei tifosi per una tradizione che potrebbe ridare qualche nuova speranza ad un ambiente oramai da troppo tempo in difficoltà costante.
‘Kalle', il panzer di Pellegrini. La storia racconta che la tradizione tedesca porta bene all'Inter, che spesso in passato si è già affidata – positivamente – a diversi campioni provenienti dalla vicina Germania: Rummenigge, Brehme, Klinsmann e Matthaeus sono state delle colonne vere e proprie, arrivati tutti nell'era pre-Moratti, quella di Ernesto Pellegrini. L'allora presidente nerazzurro si presentò al via proprio con ‘Kalle' il centravanti-panzer acquistato dal Bayern Monaco che arrivò in età matura ma che entrò subito nel cuore dei tifosi con ottime prestazioni e grande attaccamento alla maglia. La sua avventura milanese durò tre anni, condizionata però anche dai tanti infortuni che ne hanno limitato le prestazioni.
Lothar, il leader dei record. Lothar Matthaus e Andreas Brehme invece, arrivarono più tardi, nel 1988 e furono tra i maggiori protagonisti della conquista dello scudetto dei record alla loro prima stagione in Italia. In panchina c'era Giovanni Trappattoni, in campo i due tedeschi con l'esterno difensivo autentica rivelazione e che era sbarcato a Milano solamente come giocatore ‘aggiunto' alla vera stella, il centrocampista del Nayern. Poi, fu la volta di Jurgen Klinsmann che giunse con un anno di ritardo rispetto alle aspettative ma non ha fatto rimpiangere i tifosi interisti. Malgrado autore di errori clamorosi e spesso nel mirino del sarcasmo (il suo soprannome "pantegana bionda" ha fatto epoca) tutti lo ricordano per i suoi goal che hanno trascinato la squadra alla conquista della Coppa Uefa 1990-1991 nella doppia finale contro la Roma.
L'ultimo, la meteora Sammer. Molta meno fortuna ebbe invece l'ultimo tedesco nerazzurro, Mathias Sammer prelevato dal Dortmund ma che giocò una sola stagione (1992-1993) a Milano, male, senza lasciare traccia. Tanto da tornare nuovamente in Germania al mittente, il Borussia Dortmund, dove però vinse praticamente tutto, compreso il Pallone d'Oro conquistato nel 1996.