Inter-Chievo, 32a giornata di serie A
Tra un derby perso malamente e una Champions oramai chimera, l'Inter si sta raccogliendo a fatica attorno a Leonardo per capire quali cocci siano rimasti psicologicamente e fisicamente parlando. L'aspetto mentale e quello della condizione sono infatti i due elementi determinanti per poter capire come i nerazzurri si approcceranno a quella che sembra una gara di transizione ma che nasconde più di una insidia visto che potrebbe essere il famoso bivio stagionale che potrebbe sancire la definitiva uscita dalle scene o l'ennesimo colpo di coda per salvare il salvabile da qui a fine stagione.
Dopo il derby deciso da Pato, il Milan a +5 è oramai irraggiungibile a meno di una serie infinita di passi falsi dei rosoneri da qui a maggio. In campionato c'è da difendere il secondo/terzo posto: poco cambia se non nell'onore e con un Napoli in trance agonistica nulla toglie che oggi l'Inter possa arrivare tranquillamente terza tenendo presente anche lo scontro al San Paolo alla penultima giornata.
Contro il Chievo, l'infortunio di Stankovic preoccupa molto: il serbo potrebbe saltare la partita per recuperare dalla botta subita in Europa. in difesa, rientra Lucio ma si perde per squalifica Chivu quindi ancora una volta c'è la coppia "obbligata" tra il brasiliano e il giovane Ranocchia. Con Nagatomo che scalpita a sinistra, capitan Zanetti potrebbe rispuntare a centrocampo mentre in avanti sarebbe il caso di far riposare Samuel Eto'o potendo contare sulla disponilbità contemporanea di Milito, Pazzini e Pandev. Anche Sneijder non è al meglio fisicamente mentre Thiago Motta e Cambiasso hanno finito in riserva contro lo Schalke. Il buon senso vorrebbe un turn-over massiccio, eppure non è nelle corde di Leonardo.
In casa Chievo, Pioli studia il colpaccio: copiare lo Schalke per sbancare San Siro e mettere il fiore all'occhiello al campionato clivense. Già all'andata i veneti hanno vinto 2-1 sui resti dell'allora Inter di Benitez. Oggi si ritrovano i rimasugli di ciò che resta dell'inter di Leonardo: mai momento più propizio si poteva attendere per sfidare i campioni del Mondo.