Inter, Candreva e il mal di Lazio: “Mi hanno negato la fascia e volevano far cassa”

Alla Lazio è cresciuto, ha vinto, ha segnato, ha conquistato la Nazionale: Antonio Candreva sarà per sempre riconoscente al club capitolino e questo non ha mai smesso di ricordarlo né lo rinnegherà in futuro. Malgrado negli ultimi mesi con la società i rapporti sono andati incrinandosi tra lui la dirigenza e mister Pioli, portandolo verso l'addio. Significativo il momento della fascia da capitano da assegnare ad inizio stagione scorsa, con Biglia che venne scelto al posto dell'esterno, alla Lazio da più tempo e che oramai era diventato un punto di riferimento anche dei tifosi dopo anni difficili.
Perché Antonio Candreva si è dovuto costruire una reputazione vincente da zero quando arrivò a Formello dal Cesena. Dove non giocava. Era visto come un acquisto sbagliato, dal cuore giallorosso, un elemento inutile, strapagato, un nemico interno. Arrivato a Roma venne insultato per settimane dagli stessi tifosi biancocelesti che oggi lo rimpiangono e che lo hanno applaudito quando ha lasciato la società.
Dall'odio all'amore – La chiave di svolta è stata, come spesso accade, una rete decisiva, al Napoli, con la corsa sotto la curva laziale e l'inizio dell'idillio con i propri tifosi: "Quando arrivai a Roma mi insultarono per settimane. Ero di proprietà dell'Udinese ma girovagavo per l'Italia, prima a Parma poi a Cesena. Dove non giocavo per problemi tattici. Quando arrivai alla Lazio fu difficile ma feci parlare il campo e il gol dal Napoli in poi cambiò la mia avventura"
La fascia da capitano – Un'avventura che si è conclusa passando all'Inter senza la possibilità di diventare una bandiera laziale, un sogno che Candreva aveva anche cullato ma che gli venne negato a inizio stagione scorsa quando la fascia da capitano passò a Biglia: "Ci rimasi male, avevo capito che qualcosa si era interrotto. Chiamai mister Pioli e gli dissi che se non ero pronto per fare il capitano non potevo nemmeno fare il vice. I tifosi mi hanno capito, ma mi sono spento pian piano. Anche perché da incedibile sono diventato all'improvviso cedibile. E le proposte non le ho lasciate di certo perdere".
Da Mancini a De Boer – Fino all'Inter dove lo ha voluto fortemente Roberto Mancini, poche settimane dopo ‘silurato' dai nerazzurri per dar spazio a De Boer: "Sinceramente rimasi spaesato, ero un po' perplesso. Sapevo mi aveva voluto Mancini e quando c'è stato il cambio non sapevo cosa pensare. Oggi, però, col mister si è riaperto un nuovo ciclo, siamo una squadra di qualità, possiamo fare insieme grandi cose"