Insulti omofobi a Mancini: il Giudice Sportivo squalifica Sarri per 2 giornate

Due giornate di squalifica a Maurizio Sarri – da scontare nella prossima edizione della Coppa Italia – più una multa ventimila euro di multa. Ammenda di cinquemila euro, invece, per l'allenatore nerazzurro. Questa la sentenza del giudice sportivo Tosel che ha motivato così la decisione assunta nei confronti dell'ex Empoli: "per avere, al 47° del secondo tempo, rivolto all'allenatore della squadra avversaria epiteti pesantemente insultanti; infrazione rilevata dal Quarto Ufficiale e dai collaboratori della Procura federale". Quanto a Roberto Mancini, il provvedimento è scaturito dalla seguente valutazione: "per avere, al 47° del secondo tempo, uscendo dall'area tecnica, tenuto un atteggiamento intimidatorio nei confronti dell'allenatore della squadra avversaria che l'aveva insultato; per avere inoltre, al termine della gara, negli spogliatoi, rivolto al Quarto Ufficiale un'espressione irriguardosa". 

Perché il Giudice Sportivo ha optato per una sanzione meno grave? Il caso della sanzione meno grave si spiega tenendo conto di alcuni fattori/attenuanti – tra cui la concitazione e il clima teso di quella partita – relativamente a un'offesa sicuramente da reputare grave ma da non ritenere né a sfondo razzista né discriminatorio. Il referto dell'arbitro e il rapporto degli ispettori federali è stato materia, oggetto di discussione/valutazione sul tavolo del Giudice Sportivo che, alla fine, ha spostato l'ago della bilancia verso la tesi che prevede una punizione più lieve e comporta due giornate di stop.

Il comunicato ufficiale del Giudice Sportivo su Sarri e Mancini

Viene meno l'ipotesi ex articolo 11

"Frocio, finocchio", gli insulti omofobi di Sarri a Mancini richiamano l'articolo 11 del Codice di Giustizia Sportiva della Figc che prevede sanzioni molto dure nei confronti dei tesserati (siano essi allenatori, dirigenti, calciatori, membri delle società). Ecco cosa dice il regolamento:
1. Costituisce comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori.
2. Il calciatore che commette una violazione del comma 1 è punito con la squalifica per almeno dieci giornate di gara o, nei casi più gravi, con una squalifica a tempo determinato e con la sanzione prevista dalla lettera g) dell’art. 19, comma 1, nonché con l’ammenda da € 10.000,00 ad € 20.000,00 per il settore professionistico. I dirigenti, i tesserati di società, i soci e non soci di cui all’art. 1 bis, comma 5 che commettono una violazione del comma 1 sono puniti con l’inibizione o la squalifica non inferiore a quattro mesi o, nei casi più gravi, anche con la sanzione prevista dalla lettera g) dell’art. 19, comma 1, nonché, per il settore professionistico, con l’ammenda da € 15.000,00 ad € 30.000,00.

La pena più dura evitata: 4 mesi di stop

In caso di pugno di ferro del Giudice Sportivo sarebbero stati 4 i mesi di squalifica da scontare in campionato e non nella prossima Coppa Italia. A rendere più grave la sanzione una sorta di Daspo, una sanzione estendibile anche alla presenza in panchina in Europa League: ovvero, il "divieto di accedere agli impianti sportivi in cui si svolgono manifestazioni o gare calcistiche, anche amichevoli, nell’ambito della Figc, con eventuale richiesta di estensione in ambito Uefa e Fifa". Non è detto, però, che la vicenda si esaurisca con il pronunciamento del Giudice sportivo. L'inchiesta della Procura della Figc su quanto avvenuto al di fuori del rettangolo di gioco potrebbe riservare ulteriori risvolti e sanzioni per il club e il tecnico, Sarri.