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Inghilterra, ex United rivela: “Basta sesso e soldi, ora sono un prete”

Cresciuto nelle giovanili dei “Red Devils, Philip Mulryne ha raccontato quando nel 2009 decise di rispondere alla chiamata della Chiesa: “Mi sono divertito un po’, poi ho deciso di cambiar vita. Oggi sono molto più sereno rispetto a quando giocavo”.
A cura di Alberto Pucci
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La storia di Philip Mulryne, nordirlandese di Belfast e classe '78, è certamente particolare e suggestiva. Dopo aver condiviso lo spogliatoio con stelle del calibro di David Beckham, Eric Cantona, Ryan Gigg, Nicky Butt, Paul Scholes, Andy Cole e Ole Gunnar Solskjaer, e aver giocato in carriera anche con Norwich City, Cardiff City e con la nazionale (ha collezionato 27 presenze e tre gol), l'ex centrocampista del Manchester United ha deciso di cambiare vita.

Dopo aver lasciato il calcio nel 2008 ed essere tornato a Belfast, Mulryne ha infatti scelto di rispondere alla chiamata della Chiesa. L'incontro con Noel Treanor, vescovo della diocesi di Down e Connor, e i successivi studi di filosofia e teologia svolti nel Pontificio Collegio Irlandese, Mulryne è stato ordinato diacono dall’arcivescovo di Dublino e nel luglio scorso ha ricevuto anche l’ordinazione sacerdotale, divenendo frate domenicano.

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Le sue parole al "Times"

Secondo i tabloid inglesi, che si sono interessati alla sua storia, Mulryne sarebbe arrivato a guadagnare fino a 600 mila sterline l'anno (oltre 700 mila euro), prima di abbandonarsi alla sua vocazione religiosa per la quale ha fatto anche voto di povertà: "Oggi sono molto più sereno rispetto a quando giocavo – ha spiegato in una recente intervista concessa al "Times" – Non mi piacevano le cose inerenti alla professione del gioco d’azzardo: i soldi e l’attenzione delle donne".

"Mi sono divertito un po', ma quando ho raggiunto i trent’anni ho iniziato a sentirmi molto insoddisfatto, Mi è piaciuto molto andare agli allenamenti e il mio stile di vita mi ha portato piacere. Compravo tre o quattro auto all’anno perché volevo sempre di più, ma poi ho iniziato a chiedermi perché lo facevo e mi sono accorto che, in sostanza, nulla mi dava soddisfazione".

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