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Inghilterra, Crouch rivela: “Ho curato il digiuno da gol con la birra”

In occasione dell’uscita del suo libro, il trentasettenne attaccante inglese ha ricordato il periodo senza gol di Liverpool: “Quelle settimane sono state un momento particolarmente difficile per me. Ho dovuto smettere di comprare i giornali, smettere di accendere la TV. Dopo le partite bevevo pinte di birra con il mio vecchio. Ha sicuramente aiutato”.
A cura di Alberto Pucci
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Per un attaccante il gol è tutto. Ne sa qualcosa anche Peter Crouch: trentasettenne giocatore dello Stoke City, che in carriera ha vissuto diversi periodi di magra anche in altri club. Ai tempi del suo arrivo a Liverpool, nel 2005, fu infatti costretto ad aspettare ben 1229 minuti prima di tornare ad esultare per un gol. In occasione della presentazione del suo libro "How to be a footballer", Crouch ha voluto raccontare proprio come usci da quel lungo digiuno.

"Quelle settimane sono state un momento particolarmente difficile per me – ha spiegato l'attaccante – Ho dovuto smettere di comprare i giornali, smettere di accendere la TV. Dopo le partite bevevo pinte di birra, pinte con il mio vecchio. Ha sicuramente aiutato. Uscivamo e ridevamo e dimenticavamo. Poi la domenica o lunedì ricordavo: ‘Oh  c***o, non ho ancora segnato'".

La stilettata a Benitez

Nel libro appena pubblicato in Inghilterra, il giocatore cresciuto nel Tottenham ha inserito racconti e divertenti aneddoti della sua lunghissima carriera. Tra questi anche quelli legati al periodo con Rafa Benitez ad Anfield Road: "E' stato fantastico e mi ha dato la possibilità di entrare in uno dei migliori club del mondo. Lo ringrazio e penso sia un buon manager – ha dichiarato CrouchNonostante questo era molto distaccato e quando stavi bene prendeva sempre in considerazione qualcosa di sbagliato. Penso che in alcune situazioni ha complicato troppo le cose".

Partito nel '98 con la maglia degli Spurs, Crouch ha scritto nel suo libro la meravigliosa storia d'amore con il calcio: "Nella mia carriera sono stato promosso, retrocesso, ho vinto trofei, sono andato incontro a veri e propri digiuni dal gol, ho giocato per la mia patria, sono stato comprato, venduto, prestato e abusato, ma ho amato ogni secondo di tutto questo mondo".

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