In nazionale giocano, nei club sono riserve: 12 calciatori a mezzo servizio
Spesso per i calciatori la convocazione in Nazionale, è un orgoglio, ma rappresenta anche un'occasione in cui spendere ulteriori energie che vanno ad aggiungersi a quelle spese con il proprio club, con grande dispiacere del proprio allenatore. Non è questo il caso dei giocatori qui trattati. Infatti, nella stagione 2016/2017 ci sono alcuni casi paradossali nei quali i calciatori hanno un maggior minutaggio con la maglia della Nazionale anziché con quella della società di appartenenza in campionato.
Due di questi giocano (poco o niente) nella nostra Serie A. Si tratta del centrocampista croato del Napoli, Marko Rog, e del portiere brasiliano della Roma, Alisson. Il 21enne di Zagabria, infatti, da quando è arrivato alla corte di Maurizio Sarri non ha ancora esordito con la maglia dei partenopei in gare ufficiali. Ciò non ha distolto il commissario tecnico della Croazia dal convocarlo in Nazionale, con la quale lo ha fatto giocare per 28 minuti in due differenti gare di qualificazione al Mondiale 2018. Diversa la situazione dell'estremo difensore giallorosso: Alisson diventato titolare nel Brasile ha perso il posto nella Roma in favore del polacco Wojciech Szczęsny. E se ad oggi il suo bilancio tra minuti giocati con la Seleçao e con la maglia dei capitolini è in perfetta parità (450′), tenendo anche conto anche del preliminare di Champions League, già mercoledì, quando si disputerà la partita tra Perù e Brasile, anche lui si troverà nella paradossale situazione in cui si trova Marko Rog.
Questo non è però un fenomeno che riguarda solo il nostro campionato. In giro per l'Europa ci sono diversi casi simili a quelli sopra descritti, alcuni dei quali riguardano giocatori acquistati a cifre astronomiche. É il caso dell'olandese Memphis Depay, per il quale il Manchester United ha speso 30 milioni di euro per farlo arrivare ad Old Trafford, e del colombiano James Rodriguez, costato circa 75 milioni al Real Madrid. L'ex ala del Psv non ha convinto Josè Mourinho e in questa Premier League ha collezionato il misero bottino di 20 minuti giocati contro i 23′ concessi dal ct dell'Olanda nella gara contro il Belgio. Anche per il n° 10 della Colombia il minutaggio con le Merengues nella Liga non è molto, solo 209 minuti per lui, che in tre partite con la propria Nazionale ne ha invece già collezionati 270′.
Ci sono poi alcune vecchie conoscenze del calcio italiano che si trovano nella medesima situazione. Infatti, anche il terzino croato ex Sassuolo, Sime Vrsaljko, e l'ex portiere argentino della Sampdoria, Sergio Romero, hanno difficoltà a trovare spazio nel proprio club, ma vengono comunque impiegati dai rispettivi ct. Il laterale dell'Atletico Madrid ha giocato solamente 180′ in stagione con la maglia dei Colchoneros (90′ nella Liga), mentre è un punto fisso della Croazia di Ante Čačić con la quale da settembre ha già disputato 360′. Lo stesso succede per l'estremo difensore del Manchester United che in stagione non ha ancora esordito in Premier League (per lui 180′ tra Europa League e Coppa di Lega) ma che è invece il portiere titolare dell'Argentina con la quale è già sceso in campo per 450 minuti.
Altre situazioni simili sono quelle del bosniaco del Chelsea, Asmir Begovic, e del suo compagno di squadra nigeriano, John Obi-Mikel. Così come quella del colombiano David Ospina dell'Arsenal e dell'ungherese Adam Szalai dell'Hoffenheim, o ancora quella dell'australiano Robbie Kruse del Bayer Leverkusen o del messicano Raul Jimenez del Benfica. Tutti quanti accomunati dal paradosso di avere un maggior minutaggio con la maglia della selezione Nazionale anziché con quella del club che li paga.