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A Cardiff la finale di Champions Juve-Real Madrid

Juve-Real Madrid, ecco i migliori talenti delle finaliste di Champions

Manca poco all’importantissima sfida che vale una stagione. Real Madrid e Juventus hanno già gettato le basi per costruire un futuro scintillante. Da Pjaca a Vallejo, da Asensio a Rugani, andiamo ad analizzare i prospetti più interessanti delle finaliste di Champions.
A cura di Salvatore Parente
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L’attesa per la finalissima di Champions League fra Juventus e Real Madrid è spasmodica, opprimente, insopportabile. Le ore scorrono con estrema lentezza e per i tifosi di entrambe le compagini la tensione sale sempre più. Eppure, al di là di quanto succederà nella notte di Cardiff, le squadre hanno già posto le basi per un futuro radioso con diversi talenti presenti all’interno delle sontuose rose dei campioni d’Italia e di Spagna.

Una ventata di freschezza e di volti nuovi che garantiranno di sicuro continuità a due entità, più che comuni club calcistici, con un blasone di alto lignaggio persino nell’aristocrazia del football mondiale. Per ingannare l’attesa e proiettarci già alle prossime stagioni, ecco i migliori prospetti di Juve e Real.

I talenti della Juventus

Emil Audero, il nuovo Buffon

Arrivato nella “cantera” piemontese dopo la segnalazione di una colonna juventina come Rampulla, Emil Audero rappresenta un possibile erede della porta difesa dal primatista, dall’uomo dei record, dalla leggenda Buffon.

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E sì perché il ragazzo, di padre indonesiano e mamma italiana, ha messo in mostra il suo grande talento non solo nelle giovanili del club torinese ma anche in nazionale con le varie rappresentative, dalla Under 15 all’Under 20, attraversate dal classe ’97. Un prospetto di sicuro valore che, peraltro, ha già esordito in Serie A nell’ultima giornata contro il Bologna divenendo il secondo portiere più giovane a giocare in questa Serie A dopo il “solito” Gigio Donnarumma.

La BBC dorme tranquilla, in rampa di lancio c’è Daniele Rugani

L’enfant prodige di mister Allegri Daniele Rugani malgrado lo scarso impiego di questi anni bianconeri (41 gare sin qui disputate), rappresenta di sicuro il talento su cui si fonderanno le prossime fortune della retroguardia juventina.

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Alle spalle della famigerata BBC, infatti, l’ex Empoli, un po’ come gli apprendisti di un tempo nelle botteghe degli artigiani più apprezzati, sta imparando i “trucchi del mestiere” affinando ancor di più le sue incredibili doti. Anticipo, lettura, eleganza, capacità di impostare con i piedi e compiere disimpegni puliti, infatti, rappresentano il vasto giacimento a cui la Juve vuole attingere a piene mani per formulare, magari chissà proprio dopo la notte di Cardiff, quell’atteso e probabile ricambio generazionale sulla linea di difesa.

Rolando Mandragora il playmaker 2.0

Giovane di belle speranze del nostro calcio, Rolando Mandragora è stato l’esordiente più precoce della Serie A edizione 2014/15 debuttando a 17 anni e 4 mesi con la casacca del Genoa proprio contro la Juventus nell’1-0 del “Grifone” sulla “Vecchia Signora”. Di lì in poi una ascesa importante frenata solo, dopo il prestito in B al Pescara dell’anno successivo, dagli infortuni (problemi ripetuti al quinto metatarso) che finora lo hanno relegato, per oltre 1 anno, in bacino di carenaggio.

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Dopo il rientro in campo dello scorso aprile nel 4-0 casalingo contro il Genoa e la convocazione nella nazionale Under 20, di cui è capitano, (impegnata nella rassegna iridata coreana) però, per il centrocampista si apre una nuova era. Un’era fatta, finalmente, di tanto calcio giocato, di campo e di una lontana promessa (del football) che, ora più che mai, per la Juve e non solo, va mantenuta.

Marko Pjaca, un talento in attesa di riscatto

Sfortunato protagonista di una stagione che, almeno a livello collettivo, potrebbe divenire epica, Marko Pjaca è uno di quei prospetti su cui si è accanita la malasorte.

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Eppure, fra i tanti infortuni subiti in questa maledetta annata (infiammazione al perone e poi rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro), Pjaca è un elemento di straordinaria importanza per la compagine bianconera che, con le sue impagabili caratteristiche offensive (estro, fantasia, dribbling e imprevedibilità), può realizzare al meglio quel 4-2-3-1 che tanti benefici ha portato quest’anno. Una risorsa davvero preziosa che avrà, nonostante tutto, il tempo di guadagnarsi la stima dei suoi tifosi e di giustificare i 23 milioni spesi per strapparlo alla Dinamo Zagabria.

Moise Bioty Kean, il diamante della “cantera”

Nella settimana del gol di Pellegri del Genoa contro la Roma, l’altro baby fenomeno del football tricolore Kean, non poteva assolutamente mancare all’appello. E così, subentrato alla “Joya” Dybala, l’astigiano ha risolto la sfida col Bologna con la sua prima, storica, indimenticabile rete in Serie A. Una rete a coronamento di una stagione già memorabile con la palma di secondo debuttante più giovane del torneo (16 anni, 8 mesi e 22 giorni, sempre dietro Pellegri), 14 gol e le attenzioni di tanti, tantissimi club internazionali. Attenzioni che però non troveranno impreparata la Juventus vogliosa di puntare, magari in tandem con l’argentino ed il croato Pjaca, proprio sul suo diamante grezzo, un diamante di nome Kean.

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I Talenti del Real Madrid

Il nuovo Sergio Ramos, ecco Jesus Vallejo

In coppia con l’argentino Abraham, il centrale scuola Saragozza Jesus Vallejo, è stato protagonista indiscusso della buona stagione del suo Eintracht Francoforte 11esimo in Bundesliga. Al di là della discreta posizione di classifica però, quello che più conta a livello statistico è la forza e l’efficacia del ragazzo capace, insieme col suo compagno di reparto, di ben schermare la porta di Hradecky con il titolo di sesta retroguardia del torneo.

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Un risultato che denota la forza di un ragazzo atteso dal Real e che i Blancos, nel 2015, pagarono ben 6 milioni di euro pur di accaparrarselo con la speranza di “costruire”, magari con qualche salutare prestito, il nuovo Sergio Ramos. Intanto, la sua estate sarà forse determinante per la sua carriera con l’europeo Under 21 in Polonia con la Spagna ed il gradito ritorno a Madrid.

Da Maiorca a Madrid per conquistare il Bernabeu, la storia di Marco Asensio

Un altro calciatore che rivela il repentino cambio di mentalità dei Galacticos (dall’inaugurazione del nuovo centro sportivo del Real, la “Ciudad Real Madrid”) convinti da qualche tempo di dover puntare su prodotti spagnoli di alto livello, è Marco Asensio.

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L’atleta maiorchino, infatti, è stato acquistato nel dicembre del 2014 dal club delle isole Baleari per poi continuare a crescere in casa prima ed all’Espanyol poi. La scorsa estate però, Zidane, uno che di talenti se ne intende, crede fortemente nel mancino classe ’96 spedendolo subito in campo nella finale di Supercoppa col Siviglia. Ebbene, l’intuizione è di quelle vincenti con Asensio capace di bagnare il suo esordio assoluto con la rete del momentaneo 1-0. Ma i debutti prolifici non terminano qui con gol alla “prima” in Liga, in Champions League ed in Coppa del Re. Insomma, un prospetto futuribile sì ma già pronto per l’uso anche nella gara di sabato sera a Cardiff.

https://www.youtube.com/watch?v=8BVLLeJhrLI

Lucas Vazquez, un gregario di successo

A differenza degli altri giovani talenti, Lucas Vazquez è un po’ più “stagionato”, con i suoi 25 anni, ed ha una origine calcistica diversa. L’esterno offensivo, infatti, è 100% scuola Madrid. Cresciuto nella “cantera” dei Blancos, prima con il Real Madrid C e poi con il Castilla (seconda squadra dei campioni d’Europa in carica), il galiziano vive, respira, si nutre dell’anima e dello spirito del Bernabeu fino al prestito all’Espanyol (3 reti in 33 gare) e al ritorno a casa dello scorso anno.

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Da lì, 8 reti in 83 sfide totali con, in più, qualcosa come 24 assist vincenti totali ed una certezza: alle spalle dei campionissimi d’attacco, Lucas Vazquez c’è, eccome.

https://www.youtube.com/watch?v=LdWhUgaEu8U

Mariano Diaz, la punta affidabile

Spesso, nella vita, una chance figlia del destino diventa poi determinante. Questo il comune fato anche del 23enne Mariano Diaz entrato, nel corso di questa stagione, nei radar della prima squadra dopo l’infortunio di Benzema (problemi all’inguine) l’assenza, al netto di Morata, di valide alternative in attacco e la stima di Zidane che lo aveva già allenato nel Castilla.

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Così lo spagnolo di origini dominicane in possesso di grande velocità palla al piede, buon dribbling e fiuto del gol, ha dato il suo contributo alla propria squadra con 5 reti in 14 partite complessive. Uno score niente male che potrebbe consentirgli di far parte ancora a lungo di questo dream team, e magari chissà, permettergli un po’ di spazio in più in questo Real sempre più ben disposto verso i ragazzi di grande qualità.

I talenti under 20

A chiudere il cerchio per il Real, non parliamo di un singolo calciatore ma dei diversi prospetti under 20 acquistati in giro per il mondo e che potrebbero, a breve, essere il futuro del club più blasonato al mondo.

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Nello specifico, ci riferiamo a Federico Valverde, centrocampista 18enne uruguaiano di belle speranze pagato 5 milioni dal Penarol, a Sergio Diaz, il “Kun” paraguayano dal Cerro Porteno, Martin Odegaard ceduto in prestito per ancora un anno all’Heerenveen, all’attaccante greco Nikolaos Vergos (5 reti in 25 sfide nel Castilla), al carioca del San Paolo Augusto Galvan ed al baby fenomeno del Flamengo Vincius Jr. pagato, a soli 16 anni, be 45 milioni di euro. Insomma, sia il Real che la Juve hanno le idee chiare: il presente ed il futuro deve essere di marca blanca o, in una eterna lotta cromatica, bianconera.

https://www.youtube.com/watch?v=KJqfFUuPngE

 

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