Il ‘Trivela’ Quaresma punisce il Bayern e rivendica un ruolo da protagonista
In Italia – e i tifosi nerazzurri lo sanno perfettamente – è ricordato come uno dei flop più clamorosi di Josè Mourinho, l'allenatore del Tripelete, lo Special One che portò i nerazzurri sul tetto d'Europa vincendo tutto ciò che c'era da vincere con lo straordinario maggio 2010 dove vinse in una manciata di giorni Coppa Italia, campionato e Champions League. Con Ricardo Quaresma in rosa, non in campo, dopo le disastrose apparizioni in maglia nerazzurra che portarono anche il buon Josè a ricredersi sul più costoso acquisto che impose a Moratti, convinto che potesse fare la differenza. E invece il ‘Trivela' si rivelò un buco nell'acqua malgrado Mourinho – che i più maliziosi ricordavano avere lo stesso procuratore del connazionale portoghese – gli avesse dato inizialmente la fiducia necessaria per sfondare.
E dire che quando arrivò a Milano, tra speranze e ingaggi da top-player, meravigliò tutti: il 14 dicembre 2008, a San Siro, per Inter-Catania in nerazzurro esordì in campionato e fu subito gol, al 44′ minuto pareggiando l'iniziale vantaggio etneo. Con la gara che finì 2-1 per l'Inter. Un gol che fece esplodere i tifosi segnato con la tanta decantata "Trivela" un tocco d'esterno destro in corsa con un effetto al pallone che spesso diventava imparabile e che aveva reso famoso Ricardo. Peccato che il buon Quaresma dimostrò ben presto di saper fare solo quel gesto tecnico, utilizzando sempre e solo il destro, mai migliorando tatticamente né tecnicamente e così per le 24 successive apparizioni e per le 13 dell'anno successivo (quello del Triplete) cadde nell'anonimato.
Quaresma può vantare nel suo palmarès personale un Triplete vinto nel 2010, roba da esteti del calcio, trofeo che pochissimi campioni possono mostrare. Ma di quel 2010, lui fu solamente spettatore non pagante. Era in tribuna la notte di San Siro contro il Barcellona che diede il via al sogno, ed era in tribuna anche a Madrid, mentre Milito stendeva il Bayern e consegnava la terza Champions alla storia nerazzurra. "A Milano non ricordo nulla di positivo" ricorderà poi il buon Ricardo "Fui trattato male". Piccole bugie perché l'Inter provò di tutto per farlo sbocciare, anche mandandolo in prestito per farlo crescere, a Londra al Chelsea, dove fallì ancora.
Quando salutò l'Inter, si trasferì prima in Turchia, nel Besiktas dove in due stagioni si ritagliò qualche gara da protagonista. Poi puntò verso gli Emirati Arabi ricca mecca per il prepensionamento calcistico mentre Quaresma non ne aveva nemmeno 30. Finchè, decise di tornare in casa madre, al Porto dove era iniziato il sogno di diventare top-player e proprio tra i Dragoni in un paio di stagioni si è finalmente ritrovato, giocando a ottimi livelli e soprattutto tornando a segnare, ovviamente mostrando la ‘Trivela'. A 31 anni, oggi, Quaresma è uno dei trascinatori del Porto (con cui diede già una delusione cocente ai napoletani nel marzo 2014) e la vittoria in Champions contro il Bayern di Guardiola per 3-1 dove ha siglato una doppietta è semplicemente la ciliegina sulla torta.
Oggi Quaresma sta vivendo una seconda giovinezza sportiva dopo quella ‘rubatagli' dal flop in nerazzurro: ha già segnato 10 gol stagionali e può migliorare il proprio record personale. Ha ritrovato un posto fisso anche in nazionale e con la maglia dei Dragoni potrebbe venire ricordato come l'uomo che trascinò i lusitani in semifinale battendo i più titolati campioni di Germania. C'è ancora una gara da affrontare a Monaco e nulla è scritto malgrado il buon successo interno. A firma del ‘Trivela' che sta scrivendo un finale ad effetto per la propria carriera sportiva riabilitando anche il buon Mourinho, che ci aveva visto giusto. Ma con 7 anni d'anticipo.