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Il top-player fatto in casa: la Serie A riparte da qui

Non arriverà nessun fenomeno dal calciomercato. L’Italia ha perso appeal e soprattutto non può permettersi acquisti economicamente rilevanti. L’unica alternativa è cercare il top-player all’interno del proprio organico rilanciando stelle decadute o giovani promesse mai sbocciate.
A cura di Alessio Pediglieri
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top player fatto in casa

Non è più tempo d'affari, acquisti onerosi e giocatori dai grandi nomi. Il top-player è e rimarrà un sogno anche per i ‘top-club'. Anzi, soprattutto per loro: con i tempi che corrono, per le società italiane fare mercato è diventato davvero duro, visto che ormai l’imperativo è ‘vendere’ prima ancora di acquistare e l'affare Ibra-Thiago dal Milan al PSG ne è un classico esempio. Una scelta obbligata da conti in rosso, una recessione totale, il fair play imposto dall'Uefa di Michel Platini, un ridimensionamento fisiologico dell'intero movimento italiano.
Insomma, un mezzo cataclisma che – guardando il bicchiere mezzo pieno – potrebbe segnare anche l'anno ‘zero' del nostro calcio, ovvero la classica discesa negativa, arrivata a valle per poi trasformarsi in una nuova positiva salita.

Coutinho e Alvarez –In casa Inter devono averla pensata proprio così, visto che Massimo Moratti ha predicato talmente tanta calma che il mercato nerazzurro attualmente è ancora congelato in pieno luglio. E l'idea di coltivare i talenti in casa e, soprattutto rilanciare ciò che si ha già senza dover andare a pescare all'estero risparmiando soldi pesanti, è evidente. Nel reparto offensivo a disposizione di Andrea Stramaccioni figurano due giovani in particolare che per diversi motivi hanno fallito alla ‘prima' in Italia: Ricky Alvarez e Philippe Coutinho. Il ragazzino ‘maravilla' dopo un’annata con più bassi che alti, dovrà dimostrare di valere dalla prossima stagione tutti i 12 milioni spesi da Moratti l’estate scorsa per strapparlo al Velez. Qualità da vendere ne ha ma spesso poca concretezza e questo è lo scotto pagato dall’argentino all’arrivo in nerazzurro. Un po' come Philipe Coutinho, il brasiliano in orbita Inter oramai da tre stagioni e che però ha saputo rialzarsi con sei mesi di alto profilo soltanto in Liga, nelle file dell'Espanyol, tornando alla base con le credenziali giuste di chi può dire ‘scusate il ritardo'.

Vargas e Krkic – Un ritardo che dovrà giustificare anche un altro giocatore arrivato in sordina e rimasto in cantiere per tutta la stagione: Eduardo Vargas, la stellina cilena per la quale il Napoli ha investito la bellezza di 11 milioni nel mercato invernale e che hanno consentito ai partenopei di battere un'agguerrita concorrenza. Ma nella mezza stagione azzurra, ‘Edu' Vargas non ha lasciato traccia. Sarà stato per un ambientamento quantomai necessario, sarà stato per la presenza dei ‘tre tenori', fatto sta che il funambolico attaccante ha ancora tutto da dimostrare. E chissà che con la partenza di Lavezzi al PSG, questo non sia l’anno buono per farlo salire alla ribalta del palcoscenico italiano ed europeo non solo a parole ma anche sul campo.
Un ‘enfant prodige' tanto quanto è Bojan Krkic, giovane punta giallorossa. Da sempre considerato uno dei prospetti più fulgidi sfornati dalla ‘cantera' del Barcellona, pian piano lo spagnolo di origine serba ha iniziato ad abbassare il suo standard di rendimento fino a diventare spesso e volentieri un autentico ‘caso': discontinuità di rendimento e fragilità caratteriale  sono due fattori che Bojan ha la possibilità di mettere nel dimenticatoio. Magari sfruttando la presenza sulla panchina della Roma di un ‘cultore' dell’offensivismo come Zeman che ha salutato Borini e che probabilmente abbraccerà Mattia Destro lasciando intatte le speranze dell'ex Barcellona.

top player fatto in casa zarate

Zarate e Amauri – Sull'altra sponda della Capitale, intanto, c'è chi prepara un ritorno in grande stile dopo l'ennesimo anno sottotono: Mauro Zarate vuol riprendersi la Lazio e scacciar via il ‘fantasma' di Reja che nell'ultima stagione lo ha spedito nella Milano nerazzurra. All'ombra della Madunina la luce di ‘Maurito' non ha brillato nemmeno un po' perdendo anche l'occasione di un riscatto da parte di Moratti. Adesso il ritorno a Roma, con l'argentino che proverà a puntare sul feeling con la piazza biancoceleste  che l'ha rieletto beniamino indiscusso. Il problema, non da poco è che dovrà convincere società e tecnico entro l'inizio della prossima stagione.
Un cavallo di ritorno come Amauri al Parma, che dopo un paio di stagioni da ‘separato in casa' con addosso i colori bianconeri ha la grande chance di rinascere nel club ducale, proprio la piazza dove il centravanti brasiliano ha vissuto le sue ultime gioie calcistiche degne di nota. Una parentesi positiva ‘consumata' tra gennaio e maggio 2011 con 7 goal in 11 presenze e che può diventare un punto di partenza per smentire chi lo dava a 32 anni come un giocatore oramai finito.

Maxi e Hernandez – Senza cercarli altrove, in Italia ci sono già  alcuni giocatori potenzialmente forti e capaci di fare la differenza. Tra questi, anche Maxi Lopez: l’ultimo tormentato approdo al Milan (sull'affare Carlito Tevez lo scorso gennaio) aveva fatto pensare a molti che l’argentino avesse spiccato il volo definitivo verso un vero e proprio top-club dopo il 2005 quando  vestì la maglia del Barcellona.'El Gallina' era tornato presto con i piedi per terra, aveva affrontato l'avventura a Catania con la giusta dose di umiltà e perseveranza. Poi il nuovo lampo rossonero fino al nuovo sogno, con la Samp che si è affidata a Maxi Lopez e ai suoi goal per centrare una salvezza e un campionato tranquillo.
Così come lo sperano a Palermo con l'eterna promessa Abel Hernandez che ancora una volta è stato confermato in rosanero. Nell'ultimo anno ha superato gli infortuni che ne hanno condizionato il rendimento senza consentirgli di giocare con continuità e in quest'estate sembra pronto a prendersi la scena nella società di Zamparini. L'uruguagio potrebbe trovare la quadratura del cerechio con il nuovo tecnico Sannino anche se le domande attorno alla sua capacità d'incidere nelle gare è stata offuscata dalle ultime mediocri stagioni.

top player fatto in casa maxi lopez

Pirlo e i suoi fratelli – Ma ci sono anche altri giocatori che potrebbero fare la differenza o continuare a farla senza richiedere alle dirigenze altri sforzi economici importanti. Nel Milan, con l'epurazione della vecchia guardia e la partenza di ibra è evidente che tutto ricadrà sulle spalle di Pato, il giovane papero brasiliano vessato da troppo tempo da infortuni che lo hanno condizionato nel rendimento. Su di lui, dopo la volontà di berlusconi di non privarsene in inverno, si punterà per restare ai livelli di sempre sia in Italia che in Europa. Un compito non facile come ciò che viene richiesto ad Andrea Pirlo, un altro top-player che la Juventus un anno fa ha colto a parametro zero ed oggi è considerato il valore aggiunto dei campioni d'Italia.
Giocatori che hanno nel loro dna i colpi giusti per riemergere, come Alberto Gilardino a Genova sopnda rossoblù magari ricordando i tempi dorati di Parma e dei primi anni in viola. Un campione del mondo oggi ai margini ma che può tornare utile e ritagliarsi una fetta di fama per la prossima stagione. Alla faccia di chi a tutti i costi ricerca il ‘fenomeno' dall'estero, a suon di soldi e di un mercato che esige l'arrivo di un ‘top-player'.
Come fosse un affare sancito da un contratto indissolubile che trasformerebbe una modesta Serie A in un nobile campionato d'alto livello.

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