40 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il ritorno di Kakà al Milan e la “coalizione” di centro guidata da Allegri

Alla fine, tutte le trattative portano di nuovo a lui: all’ex bambino d’oro rossonero capace, un tempo, di scaldare i cuori dei tifosi milanisti. Galliani e l’ala romantica dei supporters, gongolano al possibile arrivo. Chi ha una visione più razionale e lucida del calcio, preferirebbe ricordarlo com’era.
A cura di Alberto Pucci
40 CONDIVISIONI

il brasiliano ex del milan

La stessa musica – La scorsa estate lo hanno rincorso fino all'ultimo facendoci un testa "così" con la storia degli "amori che ritornano". Un tormentone che, poi, non ha portato a nulla se non all'arrivo di alcuni "surrogati" che, messi tutti insieme, probabilmente non fanno neanche una gamba dell'attuale giocatore "blancos". Gira che ti rigira, rieccoci di nuovo qua. A pochi giorni da uno dei colpi di mercato più intelligenti degli ultimi anni (Saponara) e dal diktat presidenziale di Milanello (solo giovani, please), il Milan ricasca nel vecchio errore che, a dire la verità, in alcune situazioni ha anche portato bene: l'usato sicuro. I rumors che arrivano dagli inferi della casa del Diavolo, riportano la notizia che Ricardo Izecson dos Santos Leite, meglio noto come Kaká, sia ad un passo dal clamoroso ritorno. Alcune voci (quelle ben informate) danno addirittura per già fatta l'operazione. La Milano rossonera, ovviamente, non sta più nella pelle. Kakà è stato uno dei pochi, negli ultimi anni, a sapersi conquistare un posto nel cuore dei tifosi. Insieme a Van Basten e Gullit, vicino a Baresi e Shevchenko, gomito a gomito con Maldini e tutti quei grandi nomi che hanno scritto pagine indelebili di grande calcio. Kakà sta lì e, per molti, lì dovrebbe rimanere: nel ricordo e nell'immaginario collettivo di un fenomeno esploso in Italia e, successivamente, esportato nel mondo.

Cuore e ragione – Dall'emozione, probabilmente, Adriano Galliani non avrà chiuso occhio. Se mai dovesse andare in porto l'operazione, l'ad rossonero sarebbe, insieme al presidente Berlusconi, l'artefice principale di un ritorno che avrebbe del clamoroso. Tra i tanti aggettivi che Galliani si porta addosso, quello di "romantico" è senz'altro uno dei più influenti. Il vecchio amore (fu così anche per Sheva), gli procura ancora le "farfalle nello stomaco" e lo fa sbarellare come un quindicenne alla prima cotta. In quei casi, ci siamo passati tutti, il cuore va a mille, l'adrenalina sale ma, purtroppo, il cervello va in crash, manco fosse un vecchio PC alle prese con l'installazione del nuovo sistema operativo. In questi casi, il "Ctrl+Alt+Canc" è d'obbligo. Occorre resettare il cuore e far ripartire il cervello prima di imbarcarsi in determinate operazioni di mercato. La storia insegna: i cavalli di ritorno, quasi mai sono stati capaci di ripetere gli exploit degli anni precedenti. Gullit, a furia di sfrecciare inutilmente avanti e indietro sull'A7, spese una fortuna in benzina (e non era ancora arrivato Garrone). Shevchenko, dopo il C.A.R. con il sergente di ferro Mourinho, scappò tornando nella caserma vicino a casa senza, peraltro, incidere sul suo blasonato curriculum (18 presenze e 0 gol, al suo ritorno). Anche Beckham, arrivò, ripartì e tornò a Milano: dai muri del capoluogo milanese alla barella di Milan-Chievo, passando da una manciata di partite ed un paio di gol.

Il partito di centro – Tornando a "bomba" al possibile affare Kakà, prima di giudicare se vale la pena o no, occorre fare una premessa: dovesse nuovamente tornare in Italia, anche in condizioni fisiche non perfette, farebbe comunque un regalo all'intero movimento calcistico italiano. Personaggi e uomini veri, come Riccardino, sono benzina per un motore che, troppo spesso, ha battuto in testa. Giocatori "spot", in grado di rendere ancora più appetibile il nostro football e di avvicinarlo, a livello di immagine, agli altri campionati europei. Detto questo, e con la morte nel cuore, molti tifosi del Milan pensano che il ritorno del brasiliano non avrebbe senso. Non lo avrebbe perchè la condizione fisica di Ricky non è più la stessa, non lo avrebbe perchè tutti quei bei discorsi sulla "linea verde" verrebbero cestinati ancor prima di poterli mettere in pratica. Non ha alcun senso perchè se lasci a casa i vari Seedorf, Gattuso, Nesta (per non parlare di Ibra e Thiago Siva) per problemi di bilancio e poi prendi un giocatore dallo stipendio simile, rischi solo di fare una brutta figura con i tifosi. Come spesso accade in questi casi, però, ci sono anche quelli a favore del ritorno del "bambino d'oro": i nostalgici e gli eterni innamorati, quelli che preferirebbero vedere Kakà al 50% piuttosto che vedere Constant in perfetta forma, quelli che pensano che un'innesto d'esperienza, in mezzo a tanti pischelli, sarebbe necessario. Come in tutte le cose, ci sono i "pro" ed i "contro". Nascono due partiti di maggioranza con, al centro, una "lista" (civica?) di indecisi: quella composta da elettori che, in maniera lucida, sanno analizzare il possibile colpo e da quelli che, di mestiere, siedono su una panchina di una squadra di calcio. In attesa degli exit poll, a loro e, soprattutto, a Massimiliano Allegri va il nostro in bocca al lupo!

40 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views