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Il rimpianto di Gasperini: “Che peccato non aver allenato Lewandowski”

L’attuale tecnico dell’Atalanta, ai tempi della sua esperienza in rossoblu, aveva conosciuto il bomber polacco: “Arrivò dopo la partenza di Milito e fece anche le visite mediche. Avrebbe potuto essere lui il centravanti del Grifone”.
A cura di Alberto Pucci
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E' un momento magico per Giampiero Gasperini. A tre punti dalla zona Champions League, l'Atalanta è infatti la rivelazione più grande di queste prime giornate di campionato. Un torneo che, se fosse cominciato in ottobre, avrebbe visto in testa proprio la "Dea" dopo le vittorie con Crotone, Napoli, Inter, Pescara, Genoa e il pareggio con la Fiorentina. Il merito dell'exploit orobico è anche (e soprattutto) del tecnico di Grugliasco, che è riuscito a costruire una formazione dai pochi punti deboli e dal carattere di ferro. Il 58enne allenatore piemontese ha così spiegato il del momento della sua squadra: : "E' un momento fantastico per noi, anche se non siamo stati fortunati nelle prime due, tre giornate – ha spiegato il tecnico – Ho inserito alcuni giovani che stanno facendo molto bene e la squadra ne ha beneficiato. L’Atalanta ha un vivaio florido".

Le visite mediche di Lewandowski

Nell'intervento del tecnico alla trasmissione "Speciale Calciomercato", in onda su Sky, anche un gustoso retroscena di mercato risalente ai tempi in cui "Gasperson" era sulla panchina del Genoa: "Lewandowski? E' stato molto vicino al Genoa – ha rivelato l'allenatore – Gli avevo già stretto la mano in albergo dopo la partenza di Palacio e Milito e avrebbe potuto davvero giocare con noi. Questo dimostra quanto Preziosi capisca di calcio". Prima di trasferirsi in Germania, Lewandowski fu infatti ad un passo dal vestire la gloriosa maglia del Grifone. Nella primavera del 2010, il polacco fu al "Ferraris" per il derby e qualche ora dopo sostenne pure le visite mediche. L'affare, però, saltò sul più bello: "Il Genoa è stato un grande club, come lo è ora l’Atalanta – ha concluso Gasperini – In rossoblù ho raggiunto dei grandi obiettivi quando sono ritornato. E' stato però un peccato non aver allenato l'attaccante polacco".

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