Il rimpianto di Boateng: “Con un’altra testa, sarei stato titolare 10 anni nel Real Madrid”
Dopo aver festeggiato il successo nella Liga con la maglia del Barcellona, il suo quinto trionfo personale dopo quelli conquistati in Germania, Inghilterra e Italia, Kevin Prince Boateng ha parlato della sua crescita professionale in un'intervista esclusiva concessa a Dazn. "La testa è fondamentale, ma l'ho capito troppo tardi e ovviamente ora me ne pento – ha spiegato il ghanese – E' un mio rimpianto. Mi sarebbe piaciuto avere, quando avevo 18 anni, un agente o un parente capaci di guidarmi, di farmi capire certe cose e invece ho sbagliato da solo. Se avessi preso le decisioni giuste sicuramente sarei stato titolare nel Barcellona, o magari avrei giocato 10 anni nel Real o nel Manchester United".
A poche ore dalla semifinale di Champions League contro il Liverpool, Boateng ha anche commentato il lavoro di Jurgen Klopp: tecnico che ha avuto alle sue dipendenze l'ex Milan quando era ancora al Borussia Dortmund: "Sa perfettamente cosa fare per convincere i giocatori a morire per lui. Ha una grande capacità di esaltare i calciatori che allena, riesce a far sentire importanti tutti e la squadra darebbe il sangue per lui. Lo ha mostrato a Dortmund e ora lo sta confermando a Liverpool".
Il Milan e Zlatan Ibrahimovic
Tra i tanti allenatori e giocatori che Kevin Prince Boateng ha incontrato in carriera, Zlatan Ibrahimovic è uno di quelli che più lo ha colpito. Insieme allo svedese, fu uno dei protagonisti dell'ultimo scudetto del Milan targato Massimiliano Allegri: "Nel giro di due mesi divenni il prediletto dei tifosi. Sono sempre stato un giocatore a cui piace fare qualcosa di spettacolare, ma le cose migliori che ho fatto a Milano furono le battaglie in campo".
"Quando entrai nello spogliatoio del Milan il primo giorno, Ibrahimovic mi chiamò per nome. Ho solo pensato ‘Wow, lui conosce il mio nome' – ha concluso l'attaccante del Barcellona – Siamo andati subito d’accordo. Zlatan è un leader, non ho mai incontrato una persona più ambiziosa. Se perde in allenamento, non ti parla per quattro giorni".