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Il racconto di ‘gringo’, autista del Boca Juniors: “Ho visto la morte davanti agli occhi”

L’autista del bus a bordo del quale viaggiavano gli Xeneizes racconta cosa è accaduto nei pressi dello stadio Monumental, quando il pullman è stato assalito dai teppisti e Bersagliato con pietre e bottiglie. “E’ stato un agguato. Ricordo solo di aver perso i sensi per qualche istante dopo essere stato colpito da una pietra che ha rotto il finestrino laterale. Horacio Paolini (vicepresidente del Boca, ndr) ha afferrato il volante evitando che ci schiantassimo”.
A cura di Maurizio De Santis
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Lo chiamano ‘el gringo' ma vi sbagliate se credete sia una sorta di soprannome di battaglia di uno dei teppisti che hanno funestato la vigilia della finale di Copa Libertadores tra River e Boca. El gringo è l'alias che i calciatori xeneizes hanno dato all'autista del pullman che da dieci anni li accompagna nei viaggi e nelle trasferte, anche quelle più calde. E nelle sue parole è possibile leggere tutto il terrore, l'orrore, lo sdegno per quanto accaduto sabato pomeriggio, qualche ora prima del fischio d'inizio del match.

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"La verità è che si è sfiorata la tragedia", dice a Espn l'uomo ricostruendo la dinamica di quei momenti di tensione, col cuore che ti schizza in gola e l'adrenalina che te lo fa esplodere in petto. "Madre de Dios", ha esclamato in quei frangenti dove fatichi a restare lucido e preghi perché ‘qualcuno' ti aiuti a fare la cosa giusta, a uscire da quell'inferno di sassi e odio, violenza e gas urticanti che ha accolto la squadra diretta verso il Monumental. Ci arriverà ma coi vetri del bus rotti, un paio di calciatori feriti e la maggior parte intossicati e sotto shock. Lo stesso autista sarà costretto a ricorrere alle cure mediche per le schegge che lo hanno ferito in quegli attimi di follia cieca.

Nel racconto del ‘gringo' c'è tutta la foga, la furia di quei momenti. Fatti che hanno alimentato la cronaca nera ma nulla c'entrano con le note di una partita di calcio. Doveva essere la sfida del secolo, di quelle da consegnare alla storia per l'epica dell'intensità agonistica, per la passione profusa dalle due anime del calcio argentino, perché è l'essenza del calcio e dell'agonismo, perché in Sudamerica mai era capitato che in finale si fronteggiassero Millonarios e Xeneizes. Il finale, però, almeno per il momento è stato quello peggiore si potesse immaginare. A raccontarlo è l'uomo che al volante del bus "ha visto la morte davanti agli occhi".

Eravamo a cinquecento metri al massimo dal Monumental, su Avenida Monroe. E' stato allora che è iniziato un fitto lancio di oggetti e bottiglie contro il pullman – ha affermato el gringo -. C'erano teppisti agli angoli della strada e si è trattato di un vero e proprio agguato. Ne sono convinto, perché il grosso dei facinorosi era nei pressi del garage dello stadio. Ricordo solo di aver perso i sensi per qualche istante dopo essere stato colpito da una pietra che ha rotto il finestrino laterale. Horacio Paolini (vicepresidente del Boca, ndr) è stato bravo a prendere il volante evitando che andassimo a sbattere.

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