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Il pronto riscatto con Israele, in cosa l’Italia e il ct Ventura non possono più sbagliare

La sconfitta contro la Spagna al Bernabeu ha lasciato il segno nell’Italia di Ventura. Ma nulla è compromesso anche se Russia 2018 arriverà solamente attraverso i play-off. Basta più realismo, non insistere ad oltranza sul 4-2-4, avere il coraggio di cambiare chi non è in forma e soprattutto, tornare a divertirsi.
A cura di Alessio Pediglieri
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La Spagna ha lasciato il segno. Ancora una volta la sfida diretta con le Furie Rosse ha svelato tutti i mali di questa giovine Italia targata Ventura, lanciata al successo ma ancora lontana dall'essere compiuta. Gli Azzurri al Bernabeu sono arrivati stressati da una vigilia che era iniziata già a luglio, quando si parlava della sfida di settembre con la sua importanza per le qualificazioni per Russia 2018. Un crocevia che non si poteva fallire e che invece è diventato una vera e propria Via Crucis. Per il ct, una tappa fondamentale di crescita per il gruppo ma la speranza è che lo sia per lo stesso tecnico e le convinzioni di un 4-2-4 ad oltranza poco realista.

I play-off per i Mondiali

Nessun disfattismo per Russia 2018

I play-off sono alla portata di mano. Nessun dramma e nessun cataclisma. Il disfattismo abita da altre parti anche perché la classifica attuale e gli avversari da affrontare sono di tutto di rispetto ma inferiori agli Azzurri. Sempre che la testa – oltre alle gambe – sia ben ancorata all'obiettivo e già mercoledì contro Israele a Reggio Emilia vederemo la reazione del dopo Bernabeu.

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Classifica positiva e avversari modesti

L'Italia è seconda e lo resterà fino alla fine. C'è Israele da affrontare, poi la Macedonia. Entrambi i match sul proprio terreno davanti al proprio pubblico: successi non scontati ma fattibili. L'Albania, attualmente terza in avvicinamento, è l'ultimo spauracchio ma la nazionale alla guida di Panucci non può essere un tormentone. Con due vittorie casalinghe il match in Albania diverrebbe un semplice proforma.

In cosa devono migliorare l'Italia e Ventura

Meno 4-2-4 ad oltranza, più realismo

L'importante è che si chiariscano alcuni aspetti che sono emersi nella partita contro la Spagna. Ventura fa bene a insistere nel progetto tecnico di un 4-2-4 che non può fermarsi di fronte al primo avversario di qualità. Ma è pur vero che anche il ct azzurro ha il dovere di essere realista. Contro la Spagna, un centrocampista in più non avrebbe di certo fatto male anche e soprattutto a match in corso. Insistere ad oltranza su un'idea più che un vantaggio può trasformarsi in un handicap.

Giocatori giusti al posto giusto e in forma

I giocatori giusti al posto giusto, la regola più semplice per giocare bene a calcio. Soprattutto verificandone le condizioni. Se Verratti non c'è, è giù fisicamente e psicologicamente, l'obbligo è di correre ai ripari e togliere dal campo anche da chi ti aspetti giocate risolutive. Al Bernabeu il centrocampista del Psg è subito naufragato senza più emergere dalle acque. Insieme a lui, serata da dimenticare per Insigne, ‘chiuso' dalla scelta tattica di Ventura nell'insistere a schierarlo insieme a Belotti e Immobile allontanandolo dalla propria zona preferita di campo. Anche in difesa si è fatta acqua: male Bonucci e Buffon, ma anche Spinazzola, in difficoltà sia di gamba che di esperienza.

Tenuta atletica, imparare dagli altri campionati

La condizione fisica precaria è poi un altro tema su cui riflettere. Il nostro campionato è iniziato nel medesimo periodo dei maggiori tornei d'Europa. La preparazione è incominciata e durata tanto quando in Spagna o in Inghilterra. Sottolineare che gli spagnoli godevano di una forma fisica migliore è come denunciare i club di aver sbagliato tutto durante l'estate. Soprattutto nel secondo tempo è apparso evidente il gap di condizione, con gli Azzurri che sono calati vistosamente mentre la Spagna ha continuato a giocare sul proprio livello. Più che una scusante, è una aggravante.

Iniesta ha ragione: ossessionati dalla prestazione

Anche la mentalità ha fatto il suo gioco e ha dimostrato che l'Italia psicologicamente è lontana dal saper preparare certi incontri. Ventura ha sottolineato la ‘crescita' anche sotto questo aspetto ma – al di là dei giovani – tra gli Azzurri ci sono leader e ‘anziani' in ogni reparto. Difficile pensare che non abbiano aiutato il ct a ‘sopportare' la pressione e l'ansia da risultato. Proprio quest'ultima – come ha sottolineato Iniesta – è una delle problematiche più complesse: in Italia vige la regola del "vincere è l'unica cosa che conta". Il piacere di giocare, il divertimento, la parte ludica della competizione è stata dimenticata e questo, alla lunga, grava psicologicamente.

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