Il Pordenone celebra la sfida con l’Inter: l’intervista con Nagatomo è tutta da ridere
Ci sono partite che rimangono impresse indelebilmente nel cuore dei tifosi. Per i sostenitori del Pordenone, è il caso di quella giocata il 12 dicembre 2017 a San Siro contro l'Inter di Luciano Spalletti. In quella fredda serata pre natalizia, la formazione di Serie C (che arrivò al Meazza con migliaia di tifosi al seguito) sfiorò infatti la qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia dopo aver eliminato nel quarto turno il Cagliari alla Sardegna Arena.
Prima, durante e dopo quella partita, che i "Ramarri" persero soltanto ai calci di rigore, l'evento indimenticabile della formazione veneta venne accompagnato da una campagna online a dir poco esilarante. I social media manager della società neroverde, divennero infatti protagonisti con una serie di post davvero divertenti che riuscirono a colpi di click a diventare virali e ad occupare anche le prime pagine di tutti i quotidiani.
Un profilo Twitter da Serie A
Per ricordare e celebrare l'anniversario di quella notte storica, di un club che non ha mai visto neppure la Serie B, il profilo Twitter del Pordenone ha dunque nuovamente colpito nel segno pubblicando un'intervista "rivisitata" a Yuto Nagatomo: autore dell'ultimo e decisivo rigore in quell'ottavo di finale di Coppa Italia. Il video, che mostra in primo piano l'ex nerazzurro oggi al Galatasaray, è relativo ad un'intervista in giapponese opportunamente sottotitolata in italiano dai responsabili del profilo social dei Ramarri.
"Non capita tutti i giorni di affrontare una squadra di Serie C e mi dispiace per aver segnato il rigore decisivo", spiega Nagatomo nella versione spassosa e divertente creata ad hoc dal Pordenone. Una trovata che riporta ovviamente alla memoria non solo quelle pubblicate in occasione della partita a San Siro, ma anche quella ironiche messe online nella scorsa estate dopo lo sbarco in Italia di Cristiano Ronaldo e in occasione del presunto interessamento del Monza di Berlusconi e Galliani per Ricardo Kakà.