Il Pipita si nasconde e la Joya è svogliata nella notte più importante
E' stata una notte triste per il calcio argentino: Juventus-Inter doveva far brillare le stelle sudamericane in campo e invece ci si è ritrovati con una gara bloccata, giocata a bassi ritmi e con mille imprecisioni in fase di conclusione. Gonzalo Higuain, Mauro Icardi, ma anche Paulo Dybala (anche se partiva dalla panchina) erano le star più attese. Tutti hanno deluso, chi più chi meno, senza riuscire ad incidere all'interno di 90 minuti giocati quasi in modo anonimo. Nessuna bocciatura, ma la sensazione è che proprio i top player avrebbero dovuto fare la differenza in una gara in cui i due tecnici sono riusciti ad annullarsi a vicenda.
Per Mauro Icardi è stata una gara deludente, ma sena rimpianti: l'Inter torna a Milano con un punto e soprattutto con la Juventus ancora a -2 in classifica. L'obiettivo era non perdere e per il capitano nerazzurro segnare sarebbe stato un plus rispetto a quanto ci si era prefissati. Non ce n'è stato bisogno e l'argentino dai 9 gol alla Juventus è rimasto per una sera a secco senza creare problemi al proprio gruppo.
Non così Gonzalo Higuain, altro protagonista molto atteso anche per la sfida a distanza con Icardi con cui si contende la palma di un posto da titolare nella Nazionale argentina proiettata ai mondiali di Russia 2018. Per il Pipita qualche spunto in più in campo ma nessuno acuto degno di chi solo due stagioni fa volava a 36 gol in 36 partite. Per il numero 9 di Allegri 90 minuti di gioco ma poche palle davvero interessanti.
Merito della difesa e dei due play bassi nell'Inter con Vecino e Borja Valero bravissii a fare filtro e isolare il Pipita mai rifornito adeguatamente dai propri compagni. Anche quando ha avuto la palla giusta sui piedi, Miranda e Skriniar non si sono mai fatti sorprendere costringendolo al tiro forzato o al dribbling di troppo. Un assetto studiato a tavolino che ha sortito il proprio effetto desiderato.
Ma è anche stato demerito del Pipita. Se è vero che i compagni non sono mai riusciti a servirlo a dovere, anche Higuain ha peccato in generosità. Doveva compiere i movimenti fatti da Mandzukic, in grado non solo di essere il più pericolo della Juve ma anche capace di arretrare il proprio baricentro cercandosi i palloni da giocare. Higauin ha pensato più a fare da boa terminale, cercando di tenere basa la difesa nerazzurra: avesse provato a concentrarsi sui propri guizzi, probabilmente Handanovic avrebbe avuto più di una gatta da pelare.
Un po' coime Paulo Dybala, la Joya che si è trasformata nei 15 minuti finali in una croce più che delizia per Allegri. Partito dalla panchina, l'argentino è stato gettato in campo proprio quando la stanchezza e la poca lucidità iniziavano a farsi sentire. Ma invece di riuscire a dare la scossa e trascinare la squadra verso la vittoria, si è subito assuefatto al basso ritmo. Non ha mai avuto uno spunto decisivo, un'idea brillante, una giocata delle sue: era in campo, ma con la testa è rimasto in panchina.
Non è un caso che proprio Dybala sia stato anche oggetto delle critiche da parte di Alex Del Piero, il Pinturicchio che difficilmente nelle gare che contavano si nascondeva in campo. Rivolgendosi anche al tecnico, Allegri, reo di non averlo schierato sin dall'inizio contro l'Inter: "Il numero 10 della Juventus per come la vedo io deve giocare queste partite. Non può essere in panchina, deve giocare e determinare. Non ho visto una bella faccia, non vorrei che queste attenzioni lo avessero distolto dal suo tipo di gioco. Per me questa panchina non gli è piaciuta affatto, non mi sembra felice".
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