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Il Parma riparte dalla Serie D, ecco il progetto

Le prime mosse della cordata che dovrebbe prendere le redini del nuovo Parma che dovrebbe avere Nevio Scala nelle vesti di presidente.
A cura di Marco Beltrami
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Guardare al futuro, senza pensare al passato. E' questo l'imperativo in casa Parma, il day after la sentenza che sancito il fallimento definitivo dello storico club che dovrà "rinascere" dalle sue ceneri in Serie D. La ferita è ancora calda e la delusione è difficile da smaltire, ma la cordata di imprenditori locali che si era detta pronta a prendere le redini della nuova società, in caso di ripartenza dai Dilettiani si è già messa al lavoro. Il primo obiettivo è quello di presentare il progetto al sindaco della città emiliana Pizzarotti e alla Figc, con all'attivo la disponibilità di 300mila euro necessati per l'iscrizione al campionato con la garanzia di poter disputare le gare interni al Tardini. Nessun dubbio sulla carica di presidente, che come preannunciato nei giorni scorsi, potrebbe essere ricoperta da Nevio Scala, ovvero una figura di spicco legata ai successi europei della formazione gialloblu. Quest'ultimo avrebbe già dato la sua disponibilità, con l'auspicio di poter essere il presidente della "rinascita" della squadra della città ducale.

Ripartire con speranza ed entusiasmo, senza però dimenticare. E chi non dovrà dimenticare è soprattutto il mondo del calcio per evitare il riproporsi di situazioni simili a quelle del Parma: "Altra pagina dolorosa che non si è consumata ieri con la resa dei curatori, ma si è consumata nei mesi in cui quel numero di debiti si è ingrossato a tal punto da rendere insostenibile qualsiasi ipotesi di salvataggio – le parole del presidente della Lega di Serie B ai microfoni di Tutti convocatì su Radio 24 – Siamo intervenuti, abbiamo modificato le norme, le abbiamo inasprite, abbiamo individuato a livello federale dei nuovi indicatori sulla liquidità, sulla consistenza patrimoniale e abbiamo inserito nuove norme sull'onorabilità dei nuovi soci e sulla sostenibilità finanziaria sui nuovi progetti societari. Il rimpianto è essere arrivati dopo, ma adesso diventa davvero difficile che un nuovo caso Parma si riproponga".

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