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Il Palermo cerca il primo titolo in Coppa Italia dopo due finali fallimentari

Negli anni 70 i rosanero raggiunsero due volte la finale di Coppa e per due volte vennero sconfitti. Contro l’Inter si cerca il primo successo per sfatare un triste tabù.
A cura di Alessio Pediglieri
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palermo coppa italia

Se per l'Inter la finale di Coppa Italia all'Olimpico oramai è quasi un'abitudine, per il Palermo è sicuramente un appuntamento con la storia. Una storia che recentemente è stata scritta nel segno di Delio Rossi, il tecnico entrato nelle pagine rosanero passando da un clamoroso 0-7 alla finale di Coppa Italia per la terza volta nella storia del club siciliano. Una storia che però, proprio nel trofeo nazionale non ha mai arriso ai rosanero battuti nelle due precedenti occasioni che risalgono ai mitici anni '70 quando provò a vincere nell'edizione del 1974 e in quella del 1979.

LA PRIMA FINALE, PERSA TRA LE CONTESTAZIONI – La prima finale vede i rosanero affrontare il Bologna: è il  23 maggio 1974, stadio Olimpico di Roma. Passano soltanto 10 minuti e il Palermo, alla sua prima finale di Coppa Italia, passa in vantaggio grazie ad un bel gol di Magistrelli.

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Le cose si mettono ancora meglio quando i rossoblu restano in dieci uomini per l'espulsione di Bob Vieri. La partita scorre senza grandi sussulti fino al 90°: si aspetta solo i triplice fischio finale, sembra fatta per il Palermo con un popolo pronto alla sua prima festa. Ad un tratto, però, per un fallo laterale a favore del Palermo, Savoldi strappa letteralmente la palla dalle mani di Pighin, ed esegue la rimessa laterale senza che l'arbitro intervenga. Dopo un attimo di sbandamento generale, la palla viene crossata in area, la rincorrono Arcoleo e Bulgarelli e nel contrasto il bolognese non trova di meglio che cadere in piena area di rigore. L'arbitro Gonella, forse per farsi perdonare l'espulsione precedente data al bolognese Vieri, concede il rigore inesistente, trasformato per l'1-1 finale. Quindi, scaduti senza altri gol i tempi supplementari, il direttore di gara fu parziale anche durante l'esecuzione dei calci di rigore, facendo ripetere un penalty che Girardi, portiere del Palermo, aveva già parato. Alla fine i rosanero persero tra le polemiche per 5-4. La sequenza dei rigori battuti fu la seguente: Bulgarelli, Vanello, Cresci (sbagliato), Magistrelli, Savoldi, Barbana, Novellini, Vullo (fuori), Pecci, Favalli (traversa). Ignazio Arcoleo, sentendosi responsabile del rigore causato nei novanta minuti di gioco, non volle calciare il tiro dagli 11 metri.
TABELLINO
Palermo: Girardi, Zanin, Cerantola, Arcoleo, Pighin, Barlassina, Favalli, Ballabio (dal 46° Vullo), Magistrelli, Vanello, La Rosa (dal 46° Barbana) All. Viciani
Bologna: Buso, Roversi, Rimbano (dal 76° Pecci), Battisodo, Cresci, Gregori (dal 46° Novellini), Ghetti, Bulgarelli, Savoldi, Vieri, Landini 2° All. Pesaola
Arbitro: Gonella.
Reti: 13° Magistrelli, 90° Savoldi su rigore

1979 LA BEFFA DEL BARONE – Il 20 giugno 1979, cinque anni dopo la prima finale, il Palermo si presenta nuovamente a competere per la coppa, stavolta con la Juventus e nel campo del San Paolo di Napoli.

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I rosanero si erano qualificati per la finale, grazie ad una serie di risultati inaspettati: pareggio alla Favorita contro il Verona per 1-1, vittorie contro Cesena (2-1), Torino (3-1), Lazio (ai rigori) e Napoli. In panchina siede Fernando Veneranda, ed in campo ci sono giocatori di qualità come Magherini, Chimenti, Brignani, Citterio, Maritozzi: una squadra da serie A. Nella Juventus figurano invece sei giocatori che nell'82 vinceranno la Coppa del Mondo in Spagna. Anche questa volta i rosanero vanno immediatamente in vantaggio con Chimenti; siamo al 1° minuto di gioco e la partita si mette in discesa. Per ottantatre minuti il Palermo resiste all'assalto della Juve, ma alla fine, anche questa volta come cinque anni prima, la squadra rosanero capitola. Il gol del pareggio è acciuffato da Brio lanciato da Boninsegna. Si và ancora ai supplementari, e il gol arriva nell'ultimo minuto del secondo tempo, segnato dall'ex di turno: Franco Causio. Il "Barone" riceve un cross dalla destra e, voltato con le spalle alla porta, finta uno scatto per poi chiudere in giravolta, e a fil di palo, il gol che dette la Coppa alla Juventus. Il Palermo è ancora sconfitto ad un passo dal sogno.
TABELLINO
Palermo: Frison, Gregorio, Citterio, Brignani, Di Cicco, Silipo, Maritozzi, Borsellino (75° Arcoleo), Chimenti (47° Osellame), Magherini, Conte. All. Veneranda
Juventus: Zoff, Cabrini, Gentile, Furino, Morini (47° Brio), Scirea, Causio, Tardelli, Virdis (65° Boninsegna), Benetti, Bettega All. Trapattoni
Arbitro: Barbaresco di Cremona
Reti: 1° Chimenti, 84° Brio, 119° Causio
Note: 25.000 spettatori di cui 18.000 palermitani

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NON C'E' DUE SENZA TRE? – Adesso la storia è diversa, il Palermo si è guadagnato la finale ne' per sorpresa ne' per puro caso ma giocando un ottimo calcio e riuscendo a conquistare risultati importanti e meritati, fino alla prossima finale contro l'Inter campione in carica. Agli uomini di Delio Rossi spetta un compito arduo ma sia il pubblico che l'intero ambiente sembra davvero crederci.  La cavalcata verso la finale del 29 maggio parte dalla sfida contro il Chievo agli ottavi di finale vinta 1-0 per poi spuntarla ai quarti di finale contro il Parma ai calci di rigore, in una lotteria che vede passare i siciliani 5-4 dopo lo 0-0 dei tempi supplementari. Quindi, la sfida contro il Milan campione d'Italia in semifinale. Anche in questo caso, il Palermo non ha i favori della vigilia ma la costruzione del successo avviene già all'andata con i rossoneri che escono da San Siro con un 2-2 che li mette in difficoltà per la partita di ritorno alla favorita. Grazie alle reti dell'andata di Pastore ed Hernandez i rosanero riescono davanti al proprio pubblico a gestire il pareggio esterno e a conquistare anche un successo prestigioso per 2-1 con le reti di Migliaccio e Bovo.

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