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Il modello vincente dell’Atletico Madrid: bassi fatturati, strepitosi risultati

I Colchoneros sono solo ventesimi nella speciale classifica dei migliori fatturati ma sono oggi tra le prime squadre più forti d’Europa. Quando un serio progetto tecnico paga più di spese folli.
A cura di Alessio Pediglieri
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L'Atletico Madrid ha battuto in semifinale di Champions il Chelsea di Jose Mourinho mentre il Bayern Monaco campione uscente è finito ko rispetto alla voglia del Real di vincere la ‘decima'. Quattro giganti del calcio europeo, quattro realtà che stanno dominando il panorama calcistico continentale confermandosi le più forti società in questo momento. Da un punto di vista squisitamente tecnico ma anche sotto il lato economico perché Real, Chelsea e Bayern possono vantare fatturati e investimenti da regine. Escluso l'Atletico Madrid autentica sorpresa della stagione per i risultati conseguiti e ‘mosca bianca' anche per essere l'unico club a non aver operato spese folli per costruire un super team ma lavorando attentamente sulla costruzione di un progetto che ha posto le proprie basi di certo non su campagne acquisti epiche. Anzi.

Esempio di successo low cost – Il tutto senza essere una super potenza internazionale. Secondo l'ultimo conteggio datato 2012-13 effettuato dallo studio Deloitte, il fatturato dei Colchoneros è pari a 120 milioni di euro. L'Atletico Madrid non raggiunge nemmeno la metà di quello di Milan e Juventus (rispettivamente 263,5 e 272,4), le due squadre italiane che al momento vantano più un alto in questo speciale ranking. Insomma, nella gara dei fatturati i biancorossi sono solamente ventesimi, una condanna – sulla carta – se si guarda il podio in cui saldamente sono presenti le altre tre squadre semifinaliste di Champions: Real Madrid (oltre i 500 milioni), Barcellona (482 milioni) e Bayern (461 milioni di euro). La conferma che anche l'ultimo velo è caduto: hanno poco da controbattere i nostri club che da sempre utilizzano la mancanza di introiti e fatturati bassi per nascondersi dietro la carenza di risultati soprattutto a livello internazionale.

Il povero e i ricchi – L'assioma secondo il quale per i più chi più spende e fattura più ottiene risultati è presto smentito proprio dalla realtà dei Colchoneros che a fronte di investimenti economici mediocri da un lustro a questa parte sta raccogliendo risultati sempre più prestigiosi confermando che un'acculata gestione squisitamente tecnica può permettere di raggiungere obiettivi a medio lungo termine dando vita ad un progetto che oggi è sotto gli occhi di tutti. La squadra di Diego Pablo Simeone nelle ultime tre annate ha conosciuto una crescita esponenziale in campo vincendo due Europa League, una Supercoppa Europea, una Copa del Rey e una Supercoppa di Spagna. Ed è riuscita a funzionare dentro e fuori dal campo, anche grazie a un mercato molto oculato che non ha visto (al contrario delle altre superpotenze anche economiche) spese folli.

Torres, Aguero, Falcao, Costa: nessuno indispensabile – Più che pensare a spendere e comprare, il presidente Enrique Cerezo ha sempre pensato a investire. Una piccola ma micidiale sottigliezza che ha fatto la differenza in positivo per l'Atletico che ha costruito i propri successi vendendo quasi sempre i suoi pezzi migliori nel momento giusto e scommettendo ogni volta su analisi tecniche fatte su altri giocatori che puntualmente sono divenuti fuoriclasse. Coincidenze e semplice fortuna? Fernando Torres (ceduto al Liverpool) nel 2007 fruttò 30 milioni di euro; nel 2011 Sergio Aguero ( preteso dal Manchester City) ben 45; Falcao (finito al Monaco) nel 2013 addirittura 60 milioni di euro. E il prossimo anno toccherà quasi certamente a Diego Costa (conteso ancora una volta in Inghilterra tra Manchester City e Chelsea) che fino allo scorso anno faceva da spalla al Tigre, giocando defilato sulla fascia.

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