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Il derby Milan-Inter raccontato in cinque punti

La squadra di Montella soffre la mancanza di Romagnoli, registra arretrato. Nerazzurri ancora convalescenti, Icardi non è quasi mai capace di affondare il colpo.
A cura di Salvatore Parente
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L'Inter acciuffa in extremis il pareggio in un derby al cardiopalma togliendo la possibilità al Milan di calarsi ufficialmente nel ruolo di anti-Juve nel giorno della caduta a Bergamo della Roma. Andiamo a vedere però, gli aspetti tattici che hanno caratterizzato questa entusiasmante stracittadina.

MilanOk

Le scelte dal primo minuto: Joao Mario trequartista

Dal 4-4-2 al 4-3-3 passando per altre speculazioni “modulistiche” Pioli (ultima panchina in A 231 giorni fa) fin da subito spiazza tutti, addetti ai lavori e tifosi, con scelte che hanno poco a che fare con la discontinuità e portano dritti verso un certo tipo di stabilità/connessione col recente passato: 4-2-3-1. Un modulo però, con tre novità essenziali: il pugnace mediano cileno Medel (poi uscito per infortunio) nella coppia difensiva col brasiliano Miranda; il ritorno nell’11 titolare del francese Kondogbia (ultima volta dal primo minuto il 28 agosto scorso) chiamato a schermare la retroguardia nerazzurra in fase di non possesso e Joao Mario più avanti rispetto al suo consueto utilizzo da mezzala. Montella, invece, forte delle certezze faticosamente costruite in avvio di stagione, non regala sorprese e, con l’assenza di Romagnoli, schiera la formazione tipo con il solito 4-3-3 e l’unica novità chiamata Gustavo Gomez. Davanti, il consueto tridente Suso, Bacca, Niang.

Le formazioni iniziali di Milan e Inter (whoscored)
Le formazioni iniziali di Milan e Inter (whoscored)

Inter baricentro alto e pressing asfissiante

Una delle novità introdotte da Pioli in questo derby meneghino è stata la propensione della propria squadra a operare un pressing asfissiante. Il collettivo nerazzurro, infatti, specie nella prima parte del match ha tenuto un baricentro davvero altissimo con la punta Icardi e gli esterni d’attacco quasi sempre a ridosso della 16 metri avversaria. Una caratteristica, questa che già nella prima frazione di gioco ha portato il Milan, peraltro privo del suo regista arretrato Romagnoli, a perdere tantissimi palloni in fase di costruzione.

I passaggi intercettati e i recuperi dell'Inter in fase di non possesso (fourfourtwo)
I passaggi intercettati e i recuperi dell'Inter in fase di non possesso (fourfourtwo)

Attesa e contropiede: Milan spietato

Il Milan è riuscito in due circostanze ad andare in rete grazie soprattutto alla sua grande capacità di ribaltare il fronte d’attacco e alle sue proverbiali transizioni offensive. Donnarumma serve Bonaventura che, a sua volta, passa a Suso, tiro a giro: rete!. Basti quest’ azione, per comprendere la tattica attendista, catenacciara, per certi versi, vista nella prima frazione di gioco e per parte della ripresa. Sintetizzata in poche parole, questa folata offensiva descrive precisamente l’andamento del match e la strategia pragmatica attuata dal Milan. Un disegno pensato non tanto a tavolino prima della stracittadina ma a gara in corsa, quando, le circostanze della partita hanno costretto i rossoneri a subire i costanti attacchi dell’Inter per poi affondare negli spazi colpevolmente lasciati dai nerazzurri.

I tiri vincenti scoccati da Suso
I tiri vincenti scoccati da Suso

Difesa Inter, troppo perforabile

La pessima prestazione di Ansaldi, peraltro schierato terzino sinistro per arginare proprio il matchwinner Suso, e la contestuale defezione nel primo tempo di Medel (problema alla caviglia per lui) hanno consentito al Milan di Montella di sfruttare al meglio le poche chances che si è costruita nelle diverse ripartenze prodotte. Errori individuali che evidenziano come la squadra nerazzurra sia, sotto questi punto di vista, ancora, e forse non poteva essere altrimenti, convalescente.

Le mezze-ali rossonere si allargano, Locatelli diga

Una delle mosse tattiche vincenti pensate da Montella per cercare, specie nella ripresa, di sfuggire alla pressione nerazzurra è stata quella di allargare le proprie mezzeali, Kucka e Bonaventura. Con una sorta di movimento a fisarmonica, fra la posizione da centrali in fase passiva e quella larga in fase d’attacco, il Milan, infatti, è stato in grado di giocare di più il pallone riuscendo a tessere molte più trame di gioco. Locatelli, invece è stato preziosissimo non tanto in costruzione quanto in fase di chiusura intercettando un numero di palloni elevatissimo.

Le zone di gioco di Kucka e Bonaventura
Le zone di gioco di Kucka e Bonaventura

Icardi troppo isolato in attacco

Nonostante Pioli abbia deciso di inserire Joao Mario dietro la propria punta centrale Icardi, mossa studiata proprio per cercare di coinvolgere più nel gioco il bomber argentino con l’inserimento di un centrocampista dai piedi fatati dietro di lui, il 9 interista non è stato quasi mai in grado di essere pericoloso per la difesa rossonera. Un problema che, malgrado le 9 reti in campionato, continua da inizio stagione, basti pensare che all’ex Samp servono solo 30 tocchi per ciascun gol segnato, una statistica questa che fa capire quanto sia, allo stesso tempo, pericoloso e abbandonato il capitano dell'Inter.

Gli unici 2 tiri di Icardi (fourfourtwo)
Gli unici 2 tiri di Icardi (fourfourtwo)
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