Il dato della classifica comparata: Serie A spaccata in due e poco competitiva
Il dato che emerge comparando le classifiche di Serie A attuale e quella della scorsa stagione fotografa un trend negativo: un campionato spaccato in due, con le grandi che guadagnano punti e le piccole che arrancano; un campionato la cui formula a 20 squadre mostra crepe e soprattutto è alla base del di competitività e appeal del torneo.
Di qui, con una sorta di analisi fra la graduatoria 2016/17 e quella attuale, vediamo quali società si sono migliorate e quali, invece, hanno smarrito la retta via perdendo punti su punti con gli stessi minuti giocati rispetto allo stesso periodo del 2016.
Le big in ascesa, si amplia il divario con le piccole
Negli ultimi tempi, la tesi dell’allargamento della forbice, del divario tecnico-tattico fra le squadre più attrezzate e quelle, per così dire, di seconda fascia in Serie A, sta facendo diversi proseliti con svariati opinionisti a propagandare tali osservazioni. Osservazioni però, che, i numeri, almeno quelli riguardanti le classifiche dell’anno precedente e quella odierna, confermano appieno con le big sempre più big e le piccole sempre più in balia delle superpotenze del nostro calcio.
E così, accade che, col trascorrere di un solo anno, formazioni come la Juventus, il Napoli, l’Inter ma anche la Lazio, il Milan o la Roma si trovino ad avere più punti rispetto al settembre del 2016 e, quindi, senza scontri esiziali al vertice, gli unici big match in calendario sono stati Roma-Inter, Lazio-Milan, Lazio-Napoli, con più successi contro le cosiddette “provinciali”.
Uno score che abbassa il livello di appeal del nostro torneo e che porta, in questa classifica nella classifica delle compagini col maggior aumento di punti in cascina, l’Inter a +5 rispetto alla sesta giornata dello scorso massimo campionato, il Napoli a +4, la Lazio a +3, la Juve campione d’Italia a +6 e, a chiudere, Milan e Roma (quest’ultima con una partita da recuperare) a +2.
Zona europea, balzo di Samp e Torino
Per quanto riguarda la zona europea, nello specifico, quella che consente l’accesso all’Europa League, invece, notevoli balzi in avanti, al netto del mercato che ha segnato, in un senso o nell’altro, i volti delle rispettive squadre, sono stati approntati dalla Samp di Giampaolo e dal Torino di Mihajlovic.
E sì perché entrambe le formazioni hanno accumulato più punti dello scorso anno con, nello specifico, i blucerchiati addirittura a +5 e i granata, malgrado l’insuccesso contro la Juve, a +3 con il buono spunto anche da parte dell’Atalanta a +2.
Le formazioni flop di questo avvio in chiave europea
Chi, dall’altro lato, sta facendo molto male un solo anno dopo è il Genoa di Juric a -9, il Sassuolo di Bucchi a -5 e l’Udinese di Delneri a -4 con, in chiusura, trascurabili -2 da parte del Chievo, del Bologna ed un risibile -1 per Cagliari e Fiorentina.
Zona retrocessione, Benevento e Verona peggio di Crotone e Empoli
Andando ad analizzare la graduatoria del 2016, alla sesta giornata dello scorso torneo, il dato che certifica l’avvenuto impoverimento del nostro pallone viene proprio dal riferimento alle ultime otto del ranking della Serie A.
Qui, infatti, nella zona calda della classifica tutte le squadre che si collocano dal 13esimo al 20esimo posto in questo 2017/18 hanno meno punti delle stesse formazioni che, nel 2016/17 occupavano dopo la sesta giornata, le stesse caselle.
Basti pensare che l’ultima dello scorso anno, il Crotone, aveva un punto in più rispetto all’attuale Benevento, il penultimo Empoli +2 rispetto alla coppia Genoa-Verona, il terzultimo Palermo +2 nei confronti dell’Udinese e Pescara, Samp e Atalanta a quota 6 a +2 su Crotone e Spal. Il tutto, con calendari e rose diverse ma con un campanello d’allarme, forte, stentoreo che non può e non deve restare inascoltato per il bene del nostro movimento e del calcio del Belpaese più in generale.