Il City abbatte anche l’Arsenal: 3-1 all’Ethiad. De Bruyne scardina la fortezza di Wenger
Vince ancora il Manchester City di Pep Guardiola. I Citizens battono 3-1 l’Arsenal all’Ethiad Stadium e allunga in vetta alla classifica di Premier League portando momentaneamente il proprio vantaggio a +8 sullo United di José Mourinho (impegnato alle 17:30 contro il Chelsea di Antonio Conte). Decisive le reti di Kevin De Bruyne, Aguero e Gabriel Jesus che hanno reso inutile quella realizzata da Alexandre Lacazette entrato in gara forse troppo tardi. Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio quali sono stati le 5 situazioni tattiche, ma non solo, che hanno deciso la partita tra il Manchester City di Pep Guardiola e l’Arsenal di Arsene Wenger valevole per l’undicesima giornata di Premier League.
I ‘velocisti’ di Pep Guardiola
Ci hanno messo solo 91 secondi i velocisti di Pep Guardiola per creare la prima occasione per il City. Facendo così vedere subito una delle chiavi di questo match con Sterling, Sané e Aguero a mettere in difficoltà la rocciosa, ma lenta, retroguardia dei Gunners proprio grazie alla straordinaria velocità di cui è dotato il tridente dei Citizens.
I soliti ‘triangoli’ del City
Come il tecnico catalano ci ha abituato sia con il suo Barça che con il suo Bayern Monaco i suoi uomini avanzano formando sempre dei triangoli in modo da avere sempre un uomo libero a cui affidare il pallone frutto del grande movimento dei suoi giocatori. Un meccanismo che quest’anno Kevin De Bruyne e compagni sembrano aver appreso alla perfezione. Fondamentale in questo sistema il grande lavoro del belga e dell’altra mezzala dai piedi buoni David Silva. E non è un caso che il gol del vantaggio nasca proprio da una triangolazione tra il brasiliano Fernandinho e lo stesso De Bruyne.
La fortezza dei Gunners
L’Arsenal di Arsene Wenger sceglie quindi di aspettare il City nella propria trequarti con una squadra cortissima compressa in 25 metri proprio per non lasciare spazio ai velocissimi attaccanti avversari. Affidando la propria fase offensiva alle iniziative personali dei vari Alexis Sanchez, Alex Iwobi e Mesut Ozil che sono anche deputati ad alzare il pressing quando gli uomini di Guardiola cominciano la propria azione da dietro. Non è un caso che appena l’Arsenal prova ad alzare la propria linea difensiva i precisi lanci verso Sterling e Sané regalano occasioni importanti al City (da una di queste situazioni nasce anche il rigore conquistato da Sterling e trasformato dal Kun Aguero).
Wenger alla Conte
In fase di non possesso (e contro il City significa per gran parte della partita) Wenger chiede al suo mediano Francis Coquelin di abbassarsi sulla linea dei difensori formando così una vera e propria difesa a tre insieme a Laurent Koscielny e Nacho Monreal. Quello dei Gunners diventa quindi un 3-4-2-1 molto simile a quello utilizzato da Antonio Conte con il suo Chelsea.
Lacazette: il “vero 9” cambia il match
Ci è voluto il raddoppio dei Citizens per convincere Arsene Wenger a modificare il proprio assetto di gioco. Solo dopo il 2-0 infatti il tecnico transalpino decide di togliere il “difensore aggiunto” Coquelin per mandare in campo un vero centravanti, vale a dire Alexandre Lacazette. La produzione offensiva dei Gunners aumenta e proprio l’ex Lione riapre il match, ma un gol di Gabriel Jesus nato da un fuorigioco di David Silva rende vano il tentativo di rimonta dei londinesi.
Il meglio e il peggio di Manchester City – Arsenal
Dopo l’analisi delle principali situazioni tattiche andiamo adesso ad analizzare le prestazioni dei singoli e dunque chi sono stati i migliori e i peggiori del match dell’Ethiad Stadium di questa undicesima giornata di Premier League.
Top, chi può sorridere e perché
De Bruyne di un altro pianeta
Continua il periodo d’oro di Kevin De Bruyne. Anche contro l’Arsenal il centrocampista belga mette sul piatto una prestazione da top player: pressa gli avversari, offre sempre una soluzione di passaggio ai compagni, salta l’uomo, regala assist agli attaccanti del City, arriva spesso alla conclusione e segna. Il tutto sempre con grande qualità. C’è altro da aggiungere?
Fernandinho: l’uomo ovunque di Pep
Se c’è però un uomo che sembra imprescindibile nello scacchiere tattico studiato da Pep Guardiola è il brasiliano Fernandinho. È lui infatti che fa da frangiflutti davanti alla difesa, recuperando i palloni e trasformando poi l’azione da difensiva in offensiva non disdegnando di mettere in campo anche una discreta qualità: l’assist per il primo gol di De Bruyne ne è solo un piccolo assaggio.
Flop, cosa dimenticare e in fretta
Fantasma Ozil
Ci si aspettava molto di più da Mesut Ozil in questa gara. Il tedesco non riesce mai ad entrare in partita e soffre tantissimo ad adattarsi allo stile di gioco più difensivo pensato da Wenger per contrastare il City di Pep Guardiola. Pochissimi i palloni toccati e nessuna invenzione degna di nota. Troppo poco per uno con le sue qualità.
Disastro Monreal
Certo giocare contro il City non è semplice e contenere le incursioni di Sterling e Sané lo è ancora meno. Ma nonostante tutte le attenuanti del caso quella dello spagnolo Nacho Monreal non può essere considerata una prestazione sufficiente. Viene sempre saltato dal diretto avversario, commettendo diversi falli (compreso quello da rigore su Sterling) e sbaglia parecchio anche in fase d’impostazione. Non è un centrale difensivo e all’Ethiad Stadium si è visto.