Idolo Materazzi e il 23 tatuato sul braccio. Chi è Mancini, nuovo gioiello dell’Atalanta
Prima di convalidargli il gol ha dovuto attendere la verifica del Var per poi esultare con tutti i suoi compagni in un mix tra emozione e incredulità. E’ stato quasi inaspettato, ma tanto atteso da chi gli ha sempre dato fiducia, il primo gol in Serie A di Gianluca Mancini. Il difensore centrale dell’Atalanta, che con il suo gol ha consentito ai bergamaschi di vincere di misura (1-0) contro il Chievo, sembra essere quasi un predestinato in una squadra che negli anni ha regalato all’intero sistema calcistico centinaia di talenti diventati poi campioni.
E proprio come loro, Mancini vorrebbe ripercorrere le orme magari di Caldara, già promesso sposo della Juventus, per diventare il nuovo baluardo della retroguardia dell’Atalanta. Classe 1996, 21 anni, Gianluca sembra essersi già guadagnato la fiducia di Gasperini, che un po’ come accaduto per i vari Gagliardini, Spinazzola, Petagna e non solo, lo ha lanciato nel calderone della Serie A senza timori. E allora andiamo a vedere chi è Gianluca Mancini, il nuovo centrale pronto a stupire l’Italia del calcio.
I primi calci al pallone con la Fiorentina
Già quando giocava tra le fila della Fiorentina, si era notato che quel ragazzino nato a Pontedera, potesse essere l’uomo giusto da poter utilizzare anche come difensore centrale. Già, perchè Mancini nasce come mediano di centrocampo, alto un metro e novanta, spostato già da giovanissimo qualche passo più indietro: in difesa, dove fisico e tempismo nelle chiusure hanno convinto poi i bergamaschi ad acquistarlo. Tempi di intervento perfetti e decisione nei contrasti, hanno contraddistinto la crescita di questo ragazzo cresciuto però proprio con la società viola che non ha assolutamente esitato un attimo prima di ingaggiarlo per rinforzare il suo settore giovanile.
Con la maglia viola ha anche vinto lo scudetto 2011 con la squadra dei Giovanissimi Nazionali. Una continuità di rendimento e prestazioni da vero leader che convinsero un certo Vincenzo Montella, tecnico della Fiorentina in quegli anni, a convocarlo nel ritiro della prima squadra dove però non trova fortuna giocando solo un’amichevole con il Malaga e registrando una panchina in Europa League senza però entrare in campo.
La Serie B come possibilità di crescita definitiva
Come spesso accade in queste occasioni con i tanti giovani che cominciano ad affacciarsi nel grande calcio, in Italia l’abitudine è quella di pensare di far crescere questi ragazzi nel campionato cadetto in prestito. Ed è accaduto proprio questo anche per Mancini, che non trovando spazio nella rosa della prima squadra della Fiorentina, fu girato in prestito a farsi le ossa in Serie B con la maglia del Perugia.
Nella stagione 2015/2016, collezionò così 13 presenze con la maglia del grifone prima di trascorrere buona parte del girone d’andata in panchina. Dal match contro il Crotone in poi, infatti, riuscì a guadagnarsi un posto in squadra, anche subentrando, in cui si fece si fece notare soprattutto per la grande sicurezza e disinvoltura con cui riusciva a giocare. Grande temperamento e movenze simili al suo grande idolo, quel Marco Materazzi a cui si ispira fin da piccolo.
L’idolo Marco Materazzi
Pensare di poter crescere e sognare un giorno di vivere e vincere ciò che è riuscito a conquistare sul campo un campione del mondo come Marco Materazzi, è sicuramente l’ambizione di ogni giovane che si affaccia al professionismo. E proprio come loro, anche per il giovane Gianluca, andato in prestito proprio in quel Perugia che tanto caro fu al futuro idolo della curva dell’Inter, l’Umbria ha rappresentato una tappa importante da cui far partire il suo percorso nel ‘calcio dei grandi’. La passione per ‘Matrix’ nasce proprio da piccolo quando il campione del mondo con la Nazionale italiana nel 2006, alzava la coppa sotto il cielo a Berlino.
Una passione e un’ammirazione per quel giocatore talmente grande che lo ha convinto a tatuarsi il numero #23 sulla pelle proprio in omaggio a Materazzi. Per qualcuno, il gol realizzato contro il Chievo, fa ricordare molto le incursioni in mischia, nell’area di rigore avversaria, che faceva spesso lo stesso ex difensore centrale dell’Inter. Un motivo in più per proseguire sempre così in questo suo immenso cammino.
L’Atalanta nel futuro radioso del giovane Mancini
Nonostante le poche presenze in campo con la maglia del Perugia, Mancini riesce comunque a distinguersi nella semifinale playoff di Serie B dello scorso anno contro il Benevento dove, la sconfitta del ‘grifone’, non ha fatto di certo passare inosservata agli addetti ai lavori la prestazione del giovane Gianluca, bravo e concentrato anche in una gara decisiva e attesa da tanto dalla città di Perugia. Una partita, quella giocata da Mancini, che non sfugge soprattutto a società attente e brave a scovare giovani talenti da lanciare in Serie A senza timori, come l’Atalanta.
Il club bergamasco, dopo un lungo corteggiamento partito già dall’estate 2016, convince la Fiorentina a cederlo alla società della ‘Dea’ nel gennaio 2017, lasciandolo poi in prestito in Umbria fino a fine stagione. Scelta che sarà poi determinante proprio in virtù del fatto che da lì in poi Mancini ha cominciato a giocare con maggiore frequenza convincendo il club del presidente Percassi a puntare su di lui in questa attuale stagione 2017/2018.
La gioia del primo gol in Serie A
E così non si fa di certo attendere anche il suo esordio in Serie A, nonostante la presenza in rosa anche di Palomino, che accade sempre a settembre, con il numero 28 sulla schiena, non ancora quello del suo idolo Materazzi. Curiosità, il suo nome su Instagram è proprio “gianlumancio_23”. Alla sesta giornata, contro la Fiorentina, sostituisce nel primo Toloi per infortunio, salvo poi sparire dai radar per qualche tempo. Ma nonostante questo arriva anche l’esordio in Nazionale Under 21, tre partite tra settembre e ottobre.
L’Atalanta attende ancora che sia completamente pronto per lanciarlo in campo definitivamente e uno come Gasperini sa sicuramente come trattare un giovane. Si rivede così da titolare contro il Cagliari il 30 dicembre, giocando poi un minuto nell’ultimo turno col Sassuolo. Ma la svolta arriva poi con il gol che ha deciso la più recente gara contro il Chievo. Per la prima volta 90 minuti interi, più il gol. Una gioia personale e per l’Atalanta, che sembra averci visto più lungo di tutti anche questa volta.