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Icardi: “Per me è stata una cosa incredibile”

L’argentino della Samp ancora una volta eroe: dopo il derby col Genoa, si rivela decisivo grazie alla doppietta che ha steso i bianconeri.
A cura di Maurizio De Santis
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colpo di testa di icardi

Il gol nel derby, il boato della Curva, la corsa verso i tifosi e la felicità urlata a squarciagola al mondo intero. A Torino, contro la Juve, è andato di scena il remake. Mauro Manuel Icardi per tutti è Maurito, ma da questa sera è il nuovo eroe sotto la Lanterna. Già, perché ha castigato la Juventus (e pensare che non avrebbe dovuto giocare) e un paio di mesi fa ha salvato la panchina della Sampdoria e spedito all’inferno il Genoa, che in casa blucerchiata è come guadagnarsi un posto sul monumento ai caduti. Quelli rossoblù, però… E poi si farà, anche se ha le spalle strette. E allora sulla colonna sonora dei titoli di coda della sfida con la Vecchia Signora c’entra a buon diritto il nome del ragazzo che, a diciannove anni, ha messo il cuore dentro le scarpe e il portiere lo ha fatto passare.

Dopo il derby questa è una cosa incredibile per me.

L'argentino è ancora emozionato quando commenta le sue prodezze (ha segnato una doppietta) che hanno dato la vittoria ai blucerchiati. Il successo doriano è ancora più sorprendente perché ottenuto in inferiorità numerica.

Siamo tornati in campo con la voglia di andare a vincere la partita – dice Icardi ai microfoni di Sky -, anche perché eravamo con un giocatore in meno e dovevamo lottare. In questo stadio, in questo bell'ambiente non puoi non lottare.

Ora, dopo una partita così, fa un po' meno male non essere andato in Argentina nella nazionale Under 20, che lo aveva convocato per il campionato sudamericano di categoria?

La società ha deciso che dovevo rimanere qui, io ho ripagato con questa partita, ho fatto quello che dovevo fare e adesso a giugno c'è anche il Mondiale. Se continuo così mi aspetto di andare. Intanto dedico questi gol alla gente e alla mia fidanzata, che è sempre qui con me.

Dall’Argentina alla Spagna. La crisi economica spinge la famiglia a lasciare l’Argentina. Da Rosario il “piccolo” Icardi approda in Spagna e la sua vita cambia. Con la maglia del Vecindario regala gol, buona tecnica, fisico forte e sprazzi di classe, quanto basta per meritarsi la chiamata in blaugrana. il suo gancio in mezzo al cielo si chiama Barça. Il suo pigmalione si chiama Guardiola. La favola bella, però, durerà poco. Maurito non ha spazio a sufficienza, dall’Italia c’è una sola Società a scommettere sul suo talento ed è la Sampdoria.

Gol da playoff. Nel 2011 Icardi conquista il titolo di capocannoniere del campionato Primavera (19 gol in 23 gare) ed esordisce in prima squadra in Serie B: il giovane bomber subentra al 75′ contro la Juve Stabia e segna il gol del 2-1 che consegna alla Samp i playoff promozione. Arriva la Serie A, il derby di Genova e una doppietta da antologia in casa della Juve. Sì, il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette… colonna sonora, titoli di coda, applausi. Li merita tutti, per ora.

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