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Icardi, lo scopritore svela: “Juventus e Napoli lo bocciarono. Pellé gli fece uno sgarbo”

Nunzio Marchione lo scopritore dell’attaccante argentino ha anche detto: “Tifava già Inter, sognava di giocare in nerazzurro. Zanetti era il suo idolo”.
A cura di Alessio Morra
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Mauro Icardi ha sempre avuto un grande talento. Quando l’argentino arrivò in Europa, precisamente al Barcellona, un agente italiano, che viveva in Spagna, Nunzio Marchione capì subito che quel ragazzino avrebbe avuto una grande carriera. L’agente ha parlato di Icardi in un’intervista rilasciata a ‘Il Secolo XIX’ e ha svelato che prima finire in blucerchiato fu di fatto scartato da Juventus e Napoli: “Pecini è stato abilissimo a cogliere l’opportunità dopo che Juventus e Napoli, club arrivati prima, lo avevano bocciato”.

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Icardi, cuore interista

Marchione capì rapidamente, e forse prima di molti altri, che l’argentino aveva un grande carattere e che Icardi era un attaccante moderno, capace di fare gol e aiutare la squadra: “Di Icardi mi colpì che a 15 anni era già maturo e pronto a vivere fuori di casa. E naturalmente la capacità innata di partire mezzo secondo prima del difensore mettendosi dove serviva. Un fenomeno, si vedeva”.

Marchione ha svelato anche che sin da ragazzino Maurito ha sempre avuto il cuore nerazzurro. La sua passione per l’Inter è sempre stata molto forte:

Io sono diventato suo agente, oltre che amico, insieme all’agente Ulisse Savini, gli promisi di trovargli un club in Italia. Lui sognava l’Inter, perché era cresciuto con il poster di Zanetti e ricordo la gioia quando festeggiammo al Camp Nou la semifinale di Champions l’anno del ‘Triplete’: avevamo Deulofeu vicino e non capiva come mai esultassimo.

Lo sgarbo di Pelle ai tempi della Sampdoria

I primi mesi in Italia non furono semplicissimi per Icardi, che non trovò un ambiente favorevole. Anche nella scelta del numero di maglia ebbe qualche problema con Pellé, che gli scippò il numero 99:

Ricordo quando Pellé gli fece lo sgarbo di togliergli il numero 99 volendolo per sé, così Mauro ripiegò sul 98. Tutte cose che, unite ai pochi minuti in campo, penalizzarono il feeling tra lui e la Sampdoria. Se poi finì all’Inter è perché il club voleva incassare i 13 milioni, questo penso sia stato chiaro a tutti. Certo, l’Inter era il suo sogno, ma Mauro non è certo così che avrebbe voluto finisse con la Sampdoria che aveva creduto in lui prima di tutti.

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